venerdì, Marzo 31, 2023
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Gastrite: cos’è, sintomi, cure e dieta


  La gastrite: cos’è

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, cioè di quello strato protettivo dello stomaco, che impedisce all’acido di danneggiare l’epitelio gastrico. Generalmente la mucosa è in grado di resistere all’ambiente acido dello stomaco; tuttavia può, per cause diverse, indebolirsi, esponendo le pareti dello stomaco all’azione irritante degli acidi gastrici. Il risultato è l’infiammazione della mucosa, con i sintomi tipici dello “stomaco infiammato” come il bruciore o il senso di gonfiore addominale.


  Cause della gastrite

La gastrite può avere cause diverse, spesso non uniche. Nella maggior parte dei casi l’infiammazione delle pareti dello stomaco può essere determinata da più di un fattore. In linea generale è possibile distinguere tra cause attinenti lo stile di vita, fattori ambientali e cause organiche.

Stile di vita

  • Abitudini alimentari. Una dieta ipercalorica, ricca di alimenti grassi, carni animali e cibi piccanti può concorrere all’infiammazione della mucosa gastrica. Tali alimenti possono infatti favorire la secrezione di acido.
  • Abitudini comportamentali. Il fumo e il consumo di alcol possono contribuire all’insorgenza della gastrite o aggravarla. Il consumo di nicotina stimola, infatti, il rilascio di succhi gastrici nello stomaco; inoltre può favorire il reflusso gastroesofageo, rilassando i muscoli del cardias, la valvola che impedisce la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco verso l’esofago. Anche l’eccessivo consumo di alcol favorisce la secrezione di acido attraverso il rilascio della gastrina. Inoltre l’alcol può rendere la mucosa gastrica atrofica, riducendone massa e funzioni e favorendo la formazione di lesioni. Inoltre fattori psicologici come stress e ansia possono contribuire ad aggravare la gastrite e, in alcuni casi, esserne la causa principale. La maggiore secrezione di acidi dovuti a stati ansiosi può infatti portare a forme di gastrite nervosa o psicosomatica.

Cause ambientali

  • Utilizzo di farmaci. L’assunzione prolungata o eccessiva di alcune classi di farmaci può avere un effetto gastrolesivo, aumentando anche la probabilità di emorragie e perforazioni da ulcera peptica. L’utilizzo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene o l’aspirina, dei cortisonici e di alcuni anticoagulanti, come la cardioaspirina, deve quindi essere opportunamente valutato.
  • Infezioni batteriche. Alcuni batteri come l’Helicobacter Pylori contribuiscono all’insorgenza della gastrite cronica, causando iperacidità e riducendo i meccanismi protettivi della mucosa gastrica. L’Helicobacter Pylori è inoltre associato all’insorgenza di ulcera e alla formazione di tumori gastrici. Si presume che la sua trasmissione avvenga da persona a persona per via orale (saliva) o per via oro-fecale. La maggior parte dei soggetti che ne è affetta è asintomatica; tuttavia in alcuni soggetti può presentarsi con sintomi come il bruciore di stomaco o la difficoltà di digestione.
  • Stress fisico. In alcuni casi la gastrite può insorgere a causa di shock dovuti a traumi e ustioni. In letteratura medica sono infatti riportati casi di ulcera da ustioni cutanee estese o traumi cranici; tuttavia rimangono controversi quali siano i corrispondenti meccanismi causali. Generalmente sono definite come forme di gastrite acuta da stress o ischemica.
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Cause organiche

  • Disturbi del sistema immunitario. In alcuni casi la gastrite può avere una base autoimmune dovuta all’azione degli anticorpi che attaccano erroneamente le cellule della mucosa gastrica, causandone l’infiammazione. Quest’eventualità è più frequente in soggetti già affetti da malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto o il diabete di tipo I.
  • Patologie. Forme di gastrite cronica possono essere associate ad altre patologie come l’AIDS, il cancro, il Morbo di Crohn, l’insufficienza renale o epatica.
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  Tipi di gastrite

La gastrite può essere classificata in base a criteri diversi. Generalmente si è soliti distinguerla in:

  • acuta e cronica;
  • erosiva e non-erosiva.

La gastrite acuta si sviluppa in un periodo di tempo ridotto, manifestandosi all’improvviso, di solito con sintomi intensi ma di durata limitata. Quella cronica insorge invece gradualmente, con una sintomatologia di solito meno intensa e più duratura nel tempo.

La gastrite erosiva si ha invece quando la mucosa gastrica presenta erosioni o lesioni; in quella non-erosiva invece la mucosa è solo infiammata e in alcuni casi atrofica.

Tipi di gastrite acuta

  • Gastrite emorragica. SI tratta di una forma acuta erosiva, caratterizzata da sanguinamento localizzato in uno più punti della mucosa gastrica e/o del duodeno. Può essere causata da un abuso di alcol o da un utilizzo a lungo termine di farmaci corticosteroidi. Deve essere distinta dall’ulcera. Le lesioni ulcerose possono infatti rigenerarsi attraverso la riepitelizzazione della mucosa gastrica; in quella emorragica le lesioni hanno invece un esito cicatriziale.
  • Gastrite acuta infettiva. Questa forma ha esordio improvviso dovuto a infezioni batteriche da salmonella, shigella o stafilococchi.
  • Gastrite ischemica. Si tratta di una forma acuta che può insorgere a seguito di uno stress fisico dovuto a shock, traumi ed ustioni.

Tipi di gastrite cronica

  • Gastrite atrofica. Si tratta di una forma cronica non erosiva. È caratterizzata dall’atrofia della mucosa gastrica, cioè dalla perdita progressiva delle sue funzioni dovuta all’azione cronica dell’infiammazione. Può essere causata dall’infezione da Helicobacter Pylori o avere una base autoimmune; in quest’ultimo caso è più probabile in soggetti già affetti da malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto o il diabete di tipo I. In entrambi casi è possibile che l’alterata funzionalità gastrica possa portare ad una carenza di vitamina 12; il deficit di vitamina B12, necessaria per l’assorbimento del ferro, potrebbe a sua volta determinare forme di anemia. La gastrite atrofica aumenta inoltre il rischio di sviluppare il carcinoma gastrico.
  • Gastrite antrale. Si tratta di una forma generalmente cronica, che interessa una precisa parte dello dello stomaco, nota come “antro“. Può essere sia di tipo erosivo che non erosivo a seconda del suo livello di gravità. Spesso è dovuta all’infezione da Helicobacter Pylori; in un minor numero di casi può anche essere causata da altri fattori come un abuso di FANS, infezioni virali (ad es. AIDS, citomegalovirus) e condizioni di stress severe.

Ulteriori tipi di gastrite

  • Gastrite nervosa. Si tratta di una forma di gastrite psicosomatica. Stati di forte ansia, rabbia o depressione possono infatti aumentare la secrezione di acido gastrico, infiammando lo stomaco. In questo caso stati di ordine psicologico hanno un effetto diretto sul “corpo” (“soma”); lo stomaco, infatti, è uno degli organi più influenzati dal sistema nervoso. La gastrite nervosa, inoltre, può assumere una forma acuta o cronica, a seconda del suo perdurare nel tempo.
  • Gastrite da radiazioni. Questa forma può insorgere a seguito di radioterapia sulla parte alta dell’addome o quella inferiore del torace.
  • Gastrite da gastrectomia. Questa forma può insorgere dopo intervento chirurgico di gastroectomia parziale (resezione dello stomaco). In questo caso l’infiammazione può essere causata da una riduzione del volume sanguineo alla mucosa o dal reflusso biliare post-intervento.
  • Gastrite da gravidanza. Questa forma può insorgere nel terzo trimestre di gravidanza e spesso si accompagna a reflusso gastroesofageo. Può dipendere da cambiamenti ormonali, dalla crescita del feto nell’utero e dall’aumentato apporto calorico.

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  Sintomi della gastrite

I sintomi della gastrite possono assumere forme e intensità diverse. Tuttavia nella maggior parte dei casi la gastrite tende a manifestarsi con i seguenti sintomi:

  • bruciore di stomaco o “pirosi gastrica”;
  • sensazione di pienezza o gonfiore addominale dopo il pasto;
  • difficoltà di digestione o “dispepsia”;
  • alitosi;
  • bocca amara;
  • eruttazione e flautolenza
  • nausea o vomito;
  • dolore gastrico.

Quando preoccuparsi?

In alcuni casi la gastrite può associarsi a sintomi più rari, la cui presenza, soprattutto se congiunta, richiede valutazione medica. I sintomi a cui prestare attenzione sono:

  • Febbre e diarrea;
  • Calo ponderale (perdita di peso);
  • Difficoltà di deglutizione o “disfagia”
  • Feci nere e catramose;
  • Vomito con tracce di sangue.

Si tenga a mente che è bene rivolgersi al proprio medico anche nel caso di sintomi comuni di gastrite duraturi o d’intensità significativa.

Si noti che sintomi come tachicardia, fiato corto e mal di schiena a livello dorsale sono impropriamente considerati come possibili sintomi della gastrite. È bene precisare che, quando tali disturbi hanno un’origine “gastrica”, essi possono dipendere da altri tipi di patologie, come l’ernia iatale o il reflusso gastroesofageo.

Infine è opportuno precisare che non sempre la presenza di sintomi è indice di una gastrite; un pasto ipercalorico potrebbe infatti mimarne gli effetti. Nello stesso tempo l’assenza di sintomi non necessariamente ne esclude la possibilità. La gastrite, ad esempio, potrebbe essere nella sua fase non attiva, quando cioè non presenta sintomi. In questo caso si parla di gastrite quiescente

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  Esami per la gastrite

In caso di problematiche di stomaco lo specialista di riferimento è il gastroenterologo che, durante la prima visita, esegue l’anamnesi. Il medico, attraverso una serie di domande mirate, ricostruisce cioè la storia personale e familiare del paziente.
Qualora il gastroenterologo ipotizzi un caso di gastrite, il primo esame che prescriverà sarà l’endoscopia esofago-gastrica, conosciuta come gastroscopia. Tale indagine permette di esaminare le condizioni dell’esofago, dello stomaco e del primo tratto di intestino tenue (duodeno).
La radiografia di stomaco, esofago e duodeno è un’esame che può essere affiancato alla gastroscopia. Si tratta di un’indagine dell’apparato digerente superiore, che permette di individuare alterazioni della morfologia o delle funzioni delle prime vie digerenti.

Esami per individuare la presenza dell’Helicobacter Pylori:

  • esame bioptico su un campione di tessuto prelevato durante la gastroscopia
  • analisi del sangue tesa alla ricerca di anticorpi per l’Helicobacter Pylori;
  • analisi delle feci per la ricerca del batterio o dell’antigene fecale;
  • test del respiro o Breath test; si tratta di un test non invasivo sull’espirato, che permette la diagnosi dell’Helicobacter Pylori.
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  Farmaci per la gastrite

Generalmente i farmaci utilizzati per il trattamento della gastrite sono conosciuti come gastroprotettori. In realtà è possibile distinguerli come farmaci per l’inibizione della secrezione acida, medicinali per la protezione della mucosa gastrica e antiacidi.

Antagonisti dei recettori H2 dell’istamina

Si tratta di una classe di farmaci utilizzati per ridurre la secrezione di acido cloridrico nello stomaco. L’istamina, infatti, legandosi ai rettori H2 presenti sulle pareti dello stomaco, stimola il rilascio di succhi gastrici. Tali farmaci, impedendo il legame tra l’istamina e i suoi recettori, inibiscono la produzione di acido nello stomaco. Sono utilizzati nel trattamento della gastrite, dell’ulcera gastrica e duodenale, del reflusso gastroesofageo e nella prevenzione della gastrite da stress. Uno degli esempi più conosciuti è la ranitidina.

Inibitori di pompa protonica (IPP)

Conosciuti comunemente come gastroprotettori, rappresentano il farmaco d’elezione nel trattamento di gastrite, ulcera peptica e reflusso gastroesofageo. La loro funzione è quella di ridurre sensibilmente la secrezione di succo gastrico, inibendo un particolare enzima responsabile della produzione di acido cloridrico. Il loro utilizzo deve essere limitato nel tempo. Un uso prolungato può infatti determinare una riduzione dell’assorbimento della vitamina B12 e quindi del ferro; inoltre può aumentare il rischio di fratture, riducendo l’assorbimento del magnesio e del calcio. Gli IPP possono anche favorire la proliferazione di batteri come l’Helicobacter Pylori o il Clostridium Difficile. Infine l’utilizzo prolungato degli inibitori di pompa protonica è associato a un aumento del rischio di mortalità. Esempi di IPP sono l’omeprazolo, il pantoprazolo, il lansoprazolo, l’esomeprazolo, il rabeprazolo.

Protettori della mucosa gastrica

Si tratta di gastroprotettori che aumentano le difese della mucosa gastrica, proteggendola dall’azione dell’acido. Rientrano in questa classe sostanze come il sucralfato, il misoprostolo o il bismuto colloidale, accomunate dall’elevata capacità citoprotettiva della mucosa gastrica.

Antiacidi

Si tratta di sostanze che, diversamente dagli IPP o dagli antistaminici H2, neutralizzano l’acido gastrico già prodotto dallo stomaco. I più comuni sono il bicarbonato di sodio, il carbonato di calcio, l’idrossido di alluminio, l’idrossido di magnesio.

Infine si ricorda l’utilizzo degli antibiotici come Amoxiciliina e Metrodinazolo, previsto in caso di terapia eradicante per l’Helicobacter Pylori.

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  Rimedi naturali

I rimedi naturali per la gastrite possono essere di supporto nel:

  • ridurre la secrezione acida;
  • proteggere la mucosa gastrica;
  • inibire la proliferazione dell’Helicobacter Pylori.

Un primo gruppo di rimedi naturali è quello degli antisecretivi ad azione anticolinergica. Si tratta di sostanze in grado di ridurre la produzione di acido, agendo sul sistema nervoso parasimpatico. Appartengono a questa classe sostanze come la scopolamina o l’atropina, ora non più utilizzate per i possibili effetti collaterali (ansia, tachicardia, allucinazioni, etc..).

Un secondo gruppo di rimedi è quello dei gastroprotettori naturali, in grado di proteggere la mucosa gastrica attraverso un’azione mucoprotettiva, antinfiammatoria e cicatrizzante. L’algina o l’aloe in gel, ad esempio, possono formare una barriera protettiva sulla mucosa gastrica, in grado d’isolarla dall’azione irritante degli acidi gastrici. Il cavolo o la liquirizia, invece, hanno una spiccata capacità cicatrizzante e possono essere d’aiuto nei processi di riepitelizzazione delle pareti dello stomaco. Il tè verde o lo zenzero possono inoltre esercitare un’azione antinfiammatoria sullo stomaco, fondamentale per contrastare la gastrite.

Un terzo gruppo di rimedi naturali per la gastrite è quello delle sostanze con effetto antibatterico. Diverse evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato come diverse sostanze siano in grado di ridurre la replicazione dell’Helicobacter Pylori. In uno studio, ad esempio, l’aglio ha dimostrato una significativa capacità antibatterica contro l’Helicobacter Pylori.


  Dieta per la gastrite

Seguire una dieta per la gastrite significa prestare attenzione al cosa mangiare e al come mangiare.
Relativamente al cosa mangiare in caso di gastrite, andrebbero preferiti:

  • alimenti a basso contenuto di grassi come pesce magro, carni magre e formaggi freschi (quest’ultimi in minore quantità);
  • cibi a bassa acidità come cavoli, patate, finocchi e banane;
  • alimenti ricchi in fibre come prodotti integrali, verdura e frutta;
  • cibi cotti attraverso cotture semplici come bollitura o cottura al vapore.

Sono invece da evitare:

  • alimenti ad alto contenuto di grassi come insaccati e formaggi grassi;
  • cibi fritti;
  • alimenti affumicati;
  • cibi ad alta acidità come pomodori e agrumi;
  • alimenti piccanti o speziati;
  • bevande alcoliche, gassate e caffè.

Relativamente al come mangiare in caso di gastrite è utile:

  • consumare piccoli pasti in maniera frequente;
  • non saltare i pasti;
  • masticare bene il cibo;
  • consumare i pasti in un ambiente sereno, evitando situazioni tese.
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Redazione Gastroprotezione.it
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