martedì, Marzo 19, 2024
HomeDisturbiGastriteEsami per la gastrite

Esami per la gastrite

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica spesso asintomatica o causa di sintomi aspecifici. La sua diagnosi non può quindi basarsi sulla sola valutazione clinica del paziente, ma richiede accertamenti diagnostici mirati. In questo articolo ci occuperemo degli esami per la gastrite, chiarendo quali sono le modalità diagnostiche più attendibili.

Gastroscopia

La gastroscopia o endoscopia esofago-gastrica è l’esame che permette di esaminare visivamente le pareti interne dello stomaco e valutarne le condizioni.

L’ispezione visiva si realizza attraverso l’endoscopio, un tubo flessibile di diametro da 8 a 12mm, dotato di una microcamera su una dell’estremità. L’endoscopio attraversa l’esofago, passa nello stomaco ed arriva al duodeno. L’esame visivo consente di valutare l’infiammazione delle pareti dello stomaco o eventuali alterazioni delle vie digestive. Tuttavia la rilevazione visiva di segni di infiammazione della mucosa gastrica non è sufficiente a formulare la diagnosi di gastrite.

L’esecuzione della gastroscopia prevede che il paziente osservi almeno otto ore di digiuno, astenendosi dall’assunzione di liquidi e cibi solidi.

La gastroscopia non è dolorosa, ma può essere fastidiosa. Essa, infatti, viene svolta solitamente con sedazione cosciente per una maggiore tranquillità del paziente. La durata di questo esame è di circa 30 minuti.

L’esame della biopsia

Generalmente durante la gastroscopia il gastroenterologo provvede a prelevare piccoli frammenti di tessuto in diverse parti dello stomaco (5 campioni) per l’esame istologico[1]. Solo dopo la valutazione istologica dei campioni di tessuto, accertata la presenza di specifici marker infiammatori (neutrofili, etc.), è possibile formulare la diagnosi di gastrite. La gastroscopia con la biopsia rappresentano il gold standard diagnostico per la gastrite.

Esami per l’Helicobacter pylori

Generalmente l’esame istologico dei campioni di tessuto prelevati durante la gastroscopia rappresentano una delle modalità diagnostiche più affidabili per la ricerca di H. pylori. Si tratta, tuttavia, di un esame invasivo, che può essere sostituito da altri esami non invasivi.

Analisi del sangue

È un normale esame del sangue teso alla ricerca di anticorpi di H. pylori. Rapido e senza particolari controindicazioni, questo esame ha una sensibilità che si aggira attorno all’80-95%. Esso, tuttavia, non permette di stabilire se l’infezione sia ancora attiva. La presenza di anticorpi, infatti, permette di accertare soltanto se l’organismo sia stato infettato dal batterio, ma non di stabilire “quando” lo sia stato.

Analisi delle feci

É un esame che prevede la raccolta di un piccolo campione di feci in un contenitore sterile con lo scopo di ricercare l’antigene specifico per H. pylori (HpSA). Il suo livello di sensibilità e specificità è pari, rispettivamente al 91% 93%[2].

L’analisi delle feci consente inoltre di monitorare l’efficacia della terapia antibiotica per l’eradicazione del batterio. Non prevedendo particolari preparazioni, è indicato per anziani e bambini.

Urea breath test

L’urea breath test è un esame non invasivo sull’espirato del paziente. Il suo utilizzo permette di diagnosticare la presenza del batterio e valutare l’efficacia della terapia.

L’esame richiede che il paziente esegua un primo soffio dentro un flaconcino per il controllo della composizione basale dell’espirato. Al paziente viene poi somministrata l’urea marcata con un isotopo di carbonio non radioattivo 13C (pasticca sciolta in una bevanda). Dopo 30 minuti, il paziente esegue un secondo soffio in un altro flacone. Se nell’aria espirata è presente una certa quantità di anidride carbonica radiomarcata allora è possibile confermare la presenza del batterio.

L’urea breath test è un esame altamente affidabile. La sua sensibilità e specificità sono, rispettivamente, del 96% e del 93%[3]. L’esame, inoltre, non richiede particolari preparazioni e non ha alcuna invasività.

Il paziente potrà effettuare il test solo dopo un digiuno di almeno 6 ore.

La radiografia esofago-stomaco-duodeno

In alcuni casi la gastroscopia può essere associata alla radiografia esofago-stomaco-duodeno. L’esame radiografico del sistema digerente è una radiografia dinamica. Essa prevede cioè l’assunzione di un mezzo di contrasto che, attraversando il sistema digerente, lo rende radiograficamente visibile. È possibile così valutare la morfologia e le funzioni delle prime vie digerenti.

L’esecuzione dell’esame prevede che il paziente osservi almeno otto ore di digiuno assoluto e che informi il radiologo su terapia farmacologiche in atto e su eventuali allergie.

Inoltre se si è gravidanza non è possibile sottoporsi a questa indagine.

Se esiste il sospetto di perforazione od occlusione gastro-intestinale si utilizzerà un mezzo di contrasto iodato e non baritato.

La durata dell’esame è di circa 15-20 minuti.

Bibliografia
Prof. Enrico Ricci
Prof. Enrico Ricci
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).

La nostra Community

2,352FansMi piace

Iscriviti alla Newsletter

ultimissime