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Per quanto tempo si possono prendere i probiotici?

per quanto tempo si possono prendere i probiotici?

Generalmente i probiotici sono utilizzati per pochi giorni per prevenire o migliorare la diarrea. La maggior parte delle persone, infatti, li utilizza in caso di gastroenteriti o di terapia antibiotica. Tuttavia negli ultimi anni sempre più evidenze scientifiche ha rivelato come il loro uso apporti benefici, che vanno ben oltre la gestione della diarrea. Alcuni ceppi batterici, somministrati ad un dosaggio adeguato e per un periodo di tempo sufficientemente lungo, hanno infatti dimostrato di migliorare patologie gastrointestinali ed extra-intestinali. L’uso dei probiotici è quindi cresciuto rapidamente. Sempre più persone oggi non li considerano più come un rimedio estemporaneo per il mal di pancia, ma come una forma di cura complementare a lungo termine. Da qui deriva l’interrogativo ricorrente di molti pazienti: “per quanto tempo si possono prendere i probiotici?

Uso dei probiotici a lungo termine

La ricerca sui probiotici, sebbene avanzi speditamente, è relativamente recente. Gran parte degli studi, inoltre, è focalizzata sul loro utilizzo nel breve periodo. Non è quindi chiaro quali siano i loro effetti a lungo termine. Tuttavia alcune ricerche, in cui i probiotici sono stati utilizzati per periodi prolungati, rispondono, seppur parzialmente, all’interrogativo:per quanto tempo si possono prendere i probiotici?

Cosa sappiamo?

Uno studio ha valutato l’uso a lungo termine dei probiotici sulla pouchite, una complicazione dell’intervento di proctocolectomia restaurativa. Nei pazienti che hanno subito quest’operazione, infatti, l’ampolla rettale (pouch), ricostruita dopo l’asportazione del colon e del retto, può infiammarsi, causando la cosiddetta pouchite. Lo studio ha coinvolto 43 soggetti, divisi in 2 gruppi, uno di trattamento e l’altro placebo. I soggetti sperimentali hanno assunto un integratore probiotico per 9 mesi contenente:

  • Lactobacillus acidophilus (6 miliardi);
  • Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus (4 miliardi);
  • Bifidobacterium bifidus (6 miliardi).

Il trattamento a lungo termine con i probiotici ha ridotto la gravità media della pouchite e il numero di pazienti che hanno sviluppato questa condizione. Il trattamento inoltre è stato ben tollerato dai pazienti, che non hanno sviluppato alcun effetto collaterale o complicazione[1].

Un altro studio su anziani ha dimostrato che l’assunzione a lungo termine del probiotico Lactobacillus paracasei KW3110 ha causato cambiamenti significativi nella struttura del microbiota intestinale, aumentando la presenza dei “batteri buoni” e bilanciandone la perdita fisiologica che si verifica invecchiando. La somministrazione del probiotico a lungo termine, inoltre, non ha avuto effetti collaterali o complicazioni[2].

Un ulteriore studio ha invece valutato l’efficacia a lungo termine dei probiotici per la prevenzione delle infezioni respiratorie in bambini tra gli 1 e i 6 anni. Lo studio ha coinvolto 571 bambini, di cui 282 hanno ricevuto per 7 mesi (in inverno) latte arricchito con il probiotico Lactobacillus rhamnosus GG, ATCC 53103, mentre i rimanenti 289 hanno bevuto latte normale. La ricerca ha rivelato come l’uso del probiotico a lungo termine abbia ridotto la frequenza delle infezioni respiratorie e la loro gravità tra i bambini degli asili nido. Inoltre la sua somministrazione non ha avuto effetti collaterali[3].

Effetti collaterali

Nonostante diversi studi abbiano mostrato l’assenza di effetti collaterali derivanti dall’uso a lungo termine dei probiotici, alcuni ricercatori ritengono che la loro somministrazione non sia esente da rischi.

Alcuni ricercatori, infatti, ritengono che la somministrazione a lungo termine dei probiotici possa favorire la selezione di patogeni resistenti agli antibiotici. Certi probiotici, sebbene di per sé non patogeni, hanno infatti geni che li rendono resistenti agli antibiotici. I lactobacillus, ad esempio, hanno una resistenza intrinseca alla tetraciclina, vancomicina ed eritromicina[4]. Tali geni potrebbero essere trasferiti dai probiotici ad altri batteri patogeni presenti nell’intestino, acquistando così la capacità di eludere alcuni antibiotici. Quest’eventualità, sebbene rara, potrebbe essere favorita dall’uso continuativo dei probiotici, che aumenta la probabilità di un trasferimento genico orizzontale[5] tra i diversi microrganismi intestinali. Va notato, tuttavia, che i produttori d’integratori testano sistematicamente i probiotici per escludere batteri portatori di antibiotico-resistenza acquisita ed antibiotico-resistenza trasmissibile.

Infine, in alcuni particolari casi, l’uso a lungo termine dei probiotici potrebbe causare infezioni. Uno studio[6] haha infatti riportato il caso di un uomo che ha sviluppato una fungemia, cioè un infezione del sangue da funghi o lieviti, dopo aver assunto per diverso tempo il Saccharomyces cerevisiae, un sottotipo del probiotico S. Boulardii. Tuttavia il paziente era un malato grave, un fattore di rischio che predispone all’insorgenza di effetti collaterali da probiotici, a prescindere dal loro utilizzo a lungo termine.

Per quanto tempo si possono prendere i probiotici?

In linea generale la ricerca suggerisce che i probiotici possono essere presi a lungo termine. Gli studi hanno infatti evidenziato l’assenza di effetti collaterali o complicazioni per periodi compresi tra i 6 e i 7 mesi. Tuttavia è necessario precisare che:

  • i risultati emersi su specifici probiotici non possono essere estesi ai probiotici in generale; ceppi batterici diversi potrebbero infatti non essere altrettanto sicuri;
  • tali risultati potrebbero variare a seconda del dosaggio, della durata del trattamento e delle caratteristiche individuali dei consumatori;
  • la somministrazione prolungata dei probiotici potrebbe favorire la selezione di batteri antibiotico-resistenti;
  • l’uso dei probiotici a lungo termine in soggetti vulnerabili può causare effetti collaterali;
  • gli studi finora condotti sono scarsi e potrebbero essere contraddetti da nuove evidenze.

Sono quindi necessarie ulteriori ricerche che chiariscano per quanto tempo si possano prendere i probiotici. In assenza di linee guida, è raccomandabile consultare sempre il propèrio medico per valutare le modalità più opportune di assunzione dei probiotici.

Bibliografia
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).
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