Negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse per l’uso della medicina tradizionale nella gestione della sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Essa, infatti, è una patologia cronica, la cui cura deve poter essere sostenibile sul lungo termine. In particolare alcune sostanze naturali hanno mostrato la capacità di alleviare i sintomi dell’IBS, modulandone i meccanismi fisiopatologici, senza effetti collaterali rilevanti. In questo articolo ci occuperemo di curcuma e colon irritabile, evidenziandone le proprietà, le modalità di utilizzo e i possibili effetti collaterali.
Curcuma e colon irritabile: cosa sappiamo?
Diversi studi hanno indagato il potenziale terapeutico della curcuma per il colon irritabile, rivelando risultati incoraggianti.
In uno studio1 la somministrazione quotidiana di un estratto di curcuma per 8 settimane ha ridotto significativamente (-25%) il dolore e il disagio addominale, oltre ad aver migliorato complessivamente la qualità della vita percepita dei pazienti con IBS. Va notato, tuttavia, che il disegno della ricerca non ha previsto un gruppo di controllo con placebo. Ciò impone cautela nell’interpretazione dei risultati.
Un ulteriore studio2 condotto su ratti ha invece mostrato come la curcuma sia in grado di ridurre la lunghezza del loro intestino tenue. Ciò suggerisce come la sua somministrazione possa ridurre le contrazioni intestinali anormali, evidenziandone l’utilità per i sintomi del colon irritabile, come la diarrea e i crampi addominali.
Altre ricerche3 su animali hanno invece evidenziato come l’utilizzo della curcuma non sia solo in grado di ridurre i sintomi dell’IBS, ma possa anche migliorare i disturbi dell’umore che spesso vi si associano. Nello studio, infatti, i ratti che hanno ricevuto la curcuma hanno mostrato risultati migliori nei test comportamentali, mostrando miglioramenti dell’ansia e della depressione. Ciò sarebbe dovuto alla capacità della curcumina di aumentare nel cervello i livelli di alcune proteine e neurotrasmettitori (serotonina) in grado d’influenzare l’umore.
L’effetto terapeutico della curcuma sull’IBS potrebbe inoltre essere dovuto alla sua spiccata capacità antinfiammatoria. È noto, infatti, come la curcumina attenui i livelli circolanti di interleuchina-6 (IL-6)4, oltre a diversi altri mediatori chiave dell’infiammazione, più volte documentati nei pazienti con IBS. L’intestino dei soggetti con IBS presenta infatti segni d’infiammazione cronica, di basso grado, con livelli di IL-6 circolanti più elevati5 rispetto ai soggetti sani.
Ultimo, ma non meno importante, la curcuma è in grado di modulare il microbiota intestinale6, influenzandone positivamente la composizione, oltre a migliorare la struttura della barriera intestinale7, riducendone la permeabilità. Due aspetti, quest’ultimi, non trascurabili, se si considera come la disbiosi e la permeabilità intestinale giochino un ruolo primario nella fisiopatologia dell’intestino irritabile.
Curcuma e intestino irritabile: come utilizzarla?
La curcuma può essere assunta attraverso l’utilizzo di integratori o come spezia da aggiungere alla preparazione dei piatti. Sebbene entrambe le modalità abbiano mostrato effetti positivi sulla salute, se vuoi assumere la curcuma per un problema specifico, è preferibile l’utilizzo di un integratore. La curcuma, infatti, ha una scarsa biodisponibilità, che può comprometterne l’efficacia. La scelta di un integratore può invece garantirti dosaggi più elevati e standardizzati.
Va notato che alcune delle formulazioni disponibili in commercio combinano la curcuma con la piperina, un estratto del pepe nero che ha mostrato di aumentare del 2000% la biodisponibilità della curcumina8. Tuttavia la piperina potrebbe peggiorare i sintomi dell’IBS, sebbene alcuni studi9 su animali con colite suggeriscano invece la sua capacità di migliorare la sensibilità viscerale e la depressione.
Nel caso in cui decida di utilizzare un integratore di curcuma e piperina, potresti quindi decidere di iniziare con dosaggi bassi, valutare gli effetti e arrivare gradualmente alla dose completa suggerita dal produttore. In ogni caso è consigliabile consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi integratore.
Curcuma: effetti collaterali
La curcuma è una sostanza dall’elevato profilo di sicurezza. Tuttavia se assunta ad alti dosaggi (>2000mg al giorno), per periodi prolungati o in soggetti particolarmente sensibili, potrebbe causare effetti collaterali come:
- nausea;
- diarrea;
- vertigini;
- bruciore di stomaco;
- fastidio addominale;
- aumentato rischio di sanguinamento.
Inoltre è necessario prestare attenzione al suo utilizzo nel caso di una delle seguenti condizioni:
- imminente intervento chirurgico (rischio sanguinamento);
- disturbi della coagulazione;
- anemia e carenza di ferro;
- calcoli renali (la curcuma contiene ossalati, che favoriscono la formazione dei calcoli);
- calcolosi della colecisti (la curcuma stimola le contrazioni della cistifellea);
- ulcera.
Gli integratori di curcuma non sono raccomandati per le donne in gravidanza o che allattano. Inoltre essi potrebbero ridurre la probabilità di gravidanza, interferendo con l’impianto dell’embrione.
Ricorda, infine, che la piperina spesso presente negli integratori di curcuma, può interferire con il metabolismo di alcuni farmaci, come:
- fenitoina;
- propranololo;
- teofillina;
- carbamazepina.
Consulta sempre il tuo medico prima di assumere un integratore se soffri di patologie concomitanti o se assumi altri farmaci.