martedì, Marzo 19, 2024
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Zenzero e colon irritabile

Lo zenzero è uno dei rimedi naturali più utilizzati dalle persone affette dalla sindrome dell’intestino irritabile (o irritable bowel syndrome – IBS). Molte persone, infatti, riferiscono che il suo impiego aiuta a migliorare i sintomi dell’IBS. Tuttavia la maggior parte delle prove della sua efficacia è solo aneddotica o teorica. Mancano, infatti, evidenze solide che ne supportino l’uso, sebbene diversi studi abbiano evidenziato la sua efficacia su sintomi collegati all’IBS. In questo articolo ci occuperemo di zenzero e colon irritabile, specificandone il potenziale terapeutico, le modalità di utilizzo e le eventuali controindicazioni.

Zenzero e colon irritabile: cosa sappiamo?

Gli studi circa l’efficacia dello zenzero per il colon irritabile sono limitati.

Uno studio condotto su ratti affetti da IBS con diarrea predominante ha mostrato che la somministrazione dello zenzero ha ridotto il dolore addominale[1]. Il suo utilizzo, infatti, ha migliorato l’ipersensibilità viscerale, riducendo l’edema del colon e la sua infiammazione con un’efficacia pari a quella della rifaximina, un antibiotico utilizzato per la cura dell’IBS. Va notato, inoltre, che l’esame istologico del colon ha evidenziato una minore presenza di diversi fattori proinfiammatori, come l’interleuchina 6, coinvolti nella fisiopatologia dell’intestino irritabile.

In uno studio randomizzato controllato a doppio cieco i ricercatori hanno inoltre osservato che l’assunzione giornaliera di zenzero ha alleviato i sintomi dell’IBS in un gruppo di 45 persone[2]. Tuttavia risultati simili sono stati osservati anche nel gruppo a cui era stato somministrato un placebo. I ricercatori hanno quindi rilevato la necessità di condurre studi più ampi per poter arrivare a un’indicazione certa sull’utilizzo dello zenzero per il colon irritabile.

Vale la pena notare, tuttavia, che diversi studi hanno evidenziato come la somministrazione dello zenzero possa essere utile per migliorare alcuni sintomi comuni anche al colon irritabile.

Innanzitutto lo zenzero può migliorare il dolore addominale, alleviando crampi e mal di pancia. Esso, infatti, ha un documentato effetto antispasmodico, in grado di rilassare la muscolatura liscia addominale, attraverso un’azione antagonista sui recettori della serotonina[3]. Va notato che la stessa azione è comune, seppur solo parzialmente, a quella svolta da alcuni farmaci, gli antagonisti della serotonina come l’Alosteron, utilizzati per contrastare la diarrea da colon irritabile. Non a caso lo zenzero è anche in grado di limitare la diarrea[4]. Esso può inoltre ridurre il gonfiore addominale e la flatulenza[5]. Lo zenzero, infatti, ha proprietà carminative e procinetiche, che limitano la formazione di gas o ne favoriscono l’eliminazione. Infine lo zenzero ha uno spiccato effetto anti-nausea[6], un sintomo che può associarsi all’IBS.

Zenzero e intestino irritabile: come assumerlo?

Lo zenzero può essere assunto sotto forma di capsule o fresco. Nel caso in cui lo si assuma per una condizione medica, è preferibile assumerlo in capsule, che garantiscono una maggiore standardizzazione di qualità e quantità dello zenzero utilizzato.

Per quanto riguarda le quantità di zenzero da assumere, è consigliabile assumere un dosaggio[3]:

  • da 1 a 2 g di zenzero in polvere o 10 g di zenzero fresco per adulti di 70 Kg;
  • da 0,5 a 1 g o 5 g di zenzero fresco per bambini di 35 Kg;
  • da 0,25 a 0,5 g o 2,5 g di zenzero fresco per bambini di 15 kg.

Ricorda che la dose giornaliera può essere divisa in 3/4 dosi da assumere nell’arco della giornata.

Zenzero: controindicazioni

Lo zenzero è sicuro e ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Tuttavia un uso eccessivo, prolungato o in soggetti sensibili può avere effetti collaterali come:

  • bruciore di stomaco;
  • eruttazione;
  • diarrea;
  • irritazione orale.

Inoltre lo zenzero è controindicato in caso di:

  • calcoli biliari;
  • disturbi della coagulazione;
  • ciclo mestruale (può aumentare la perdita di sangue);
  • imminenti interventi chirurgici.

Infine lo zenzero può aumentare l’effetto di alcuni farmaci, come:

  • farmaci anticoagulanti, come il warfarin (Coumadin®), il clopidogrel (Plavix®) o l’aspirina; lo zenzero ha un affetto antiaggregante e la sua assunzione può aumentare il rischio di sanguinamento;
  • farmaci per il diabete; lo zenzero può abbassare la glicemia, aumentando il rischio di ipoglicemia;
  • farmaci per la pressione; lo zenzero può abbassare la pressione, aumentando il rischio di ipotensione.

È sempre raccomandabile consultare il proprio medico prima di assumere un integratore a base di zenzero, soprattutto se si hanno patologie concomitanti o se si assumono altri farmaci.

Bibliografia

Prof. Ludovico Abenavoli
Prof. Ludovico Abenavoli
Professore associato di Malattie dell’Apparato Digerente - Dipartimento Scienze della Salute, Università “Magna Graecia” di Catanzaro - A.O.U. Renato Dulbecco di Catanzaro

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