Gli antibiotici sono farmaci utilizzati per la terapia di infezioni batteriche. Le infezioni comunemente trattate con gli antibiotici sono le bronchiti e le polmoniti. Il loro effetto terapeutico è dovuto alla loro capacità di uccidere i batteri responsabili dell’infezione, interrompendone la replicazione. Non sono invece di alcuna utilità nel trattamento delle infezioni virali, come l’influenza o il raffredore. Esistono molte classi di antibiotici, indicate per specifici ceppi batterici e con effetti collaterali diversi. Una buona parte degli antibiotici può causare fastidiosi disturbi gastrointestinali. Per questa ragione nel tempo si è diffusa la discutibile abitudine di associare i gastroprotettori agli antibiotici.
Quando si prende l’antibiotico si deve prendere il gastroprotettore?
L’assunzione dell’antibiotico non richiede la somministrazione del gastroprotettore. Ad oggi non esiste alcuna linea guida che raccomandi la protezione dello stomaco in caso di terapia antibiotica. Gli antibiotici, infatti, non causano lesioni gastriche e, in alcuni casi, possono persino avere una funzione protettiva della mucosa dello stomaco. Ciononostante alcuni antibiotici, oltre i noti problemi intestinali, possono causare disturbi gastrici come:
- nausea;
- mal di stomaco;
- crampi;
- bruciore e reflusso.
Generalmente l’insorgenza di sintomi gastrici è più frequente con la somministrazione di alcune classi di antibiotici come:
- Macrolidi (azitromicina, claritromicina, eritromicina, fidaxomicina);
- Cafalosporine (cefotaxima, la ceftizoxima, il ceftriaxone, la ceftazidima, etc.);
- Penicilline (ampicillina, l’amoxicillina, la meticillina e l’oxacillina);
- Fluorochinoloni (delafloxacina, gemifloxacina, levofloxacina e moxifloxacina).
I fastidi gastrici associati all’utilizzo degli antibiotici hanno consolidato l’abitudine ad assumere gastroprotettori e antibiotici insieme. Non è raro imbattersi in pazienti che assumono il gastroprotettore prima di prendere l’antibiotico e, talvolta, nella stessa prassi clinica se ne raccomanda l’utilizzo. Tuttavia è importante sottolineare che ad oggi:
- non c’è alcuna evidenza scientifica che supporti l’utilizzo congiunto di antibiotico e gastroprotettore;
- la ricerca scientifica ha invece evidenziato conseguenze avverse derivanti dall’associazione di gastroprotettori e antibiotici.
Cosa prendere con l’antibiotico per proteggere lo stomaco?
I sintomi gastrici dovuti all’uso degli antibiotici possono invece essere minimizzati assumendoli a stomaco pieno. Ad esempio, l’assunzione di cibo può minimizzare gli effetti gastrici dell’amoxicillina e della doxiciclina. Tuttavia per altre classi di antibiotici se ne raccomanda l’uso lontano dai pasti. Alcuni antibiotici appartenenti alla famiglia dei macrolidi e delle penicillline, ad esempio, andrebbero assunti lontano dai pasti, perché l’esposizione prolungata agli acidi gastrici potrebbe diminuirne l’assorbimento. Le tetracicline invece non dovrebbero essere prese con i lattacini, per il loro alto contenuto in calcio, e con alimenti contenenti il ferro. Entrambe le sostanze, infatti, ne riducono l’assorbimento.
L’utilizzo della protezione per lo stomaco potrebbe invece essere valutato dal medico solo nel caso in cui il paziente abbia disturbi gastrici pregressi.
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In alcuni casi i fastidi gastrici causati dagli antibiotici potrebbero essere trattati con farmaci sintomatici o gastroprotettori naturali alternativi agli inibitori di pompa. Tuttavia è bene precisare che l’utilizzo di antiacidi a base di alluminio e magnesio (Maalox) possono ridurre l’assorbimento delle tetracicline, diminuendone l’effetto terapeutico. Anche rimedi di uso comune, come il bicarbonato di sodio, possono interferire con l’assorbimento degli antibiotici.
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Gastroprotettore e antibiotici: gli effetti collaterali
Generalmente l’associazione del gastroprotettore all’antibiotico è ritenuta innocua, quasi fosse un necessario accorgimento per preservare lo stomaco. Tuttavia l’utilizzo degli inibitori di pompa e degli antibiotici può avere effetti collaterali non trascurabili.
Uno studio statuinitense, infatti, ha evidenziato come i pazienti in terapia con inibitori di pompa e antibiotici fossero più suscettibili all’infezione da Clostridium Difficile, un batterio causa di dissenteria, potenzialmente fatale. In particolare il 60% dei casi di infezione riguardava pazienti in terapia con IPP e antibiotici, mentre il 9% assumeva solo IPP e il 13.6% solo l’antibiotico. Tale studio, se da un lato conferma che il solo utilizzo di IPP o di antibiotici di per sé espone maggiormente al rischio di Clostridium, dall’altro rivela come la loro associazione rappresenti la ricetta perfetta per contrarre l’infezione.
Un ulteriore studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology ha invece evidenziato inaspettatamente come l’associazione del Lansoprazolo al Ceftriaxone, un antibiotico appartenente alla famiglia delle cefalosporine, aumenti il rischio di sviluppare la sindrome acquisita del QT lungo. Tale disturbo cardiaco può causare aritmie maligne e portare all’arresto cardiaco.
Alla luce delle attuali evidenze l’utilizzo disinvolto degli antibiotici in associazione ai gastroprotettori dovrebbe essere ridotto e previsto solo se clinicamente necessario, soppesando rischi e benefici di ciascun caso.
L’unico caso in cui è raccomandato l’uso congiunto dell’antibiotico con il gastroprotettore è nella terapia di eradicazione dell’Helicobacter Pylori. Essa prevede l’utilizzo di due/tre antibiotici con un inibitore di pompa protonica (IPP). Gli IPP, infatti, aumentano il PH gastrico e ottimizzano l’attività antibatterica degli antibiotici. Inoltre gli IPP, riducendo il volume di acido gastrico, aumentano la concentrazione di antibiotico nello stomaco, potenziandone l’effetto. |
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