giovedì, Aprile 25, 2024

Cisti pancreatiche

Cisti pancreatiche: cosa sono?

Le cisti pancreatiche sono anomale sacche di liquido all’interno del tessuto del pancreas, l’organo collocato al centro dell’addome e responsabile della produzione di ormoni ed enzimi necessari per la digestione del cibo.

Essendo piene di liquido o al massimo ricoperte da tessuto cicatriziale, nella gran parte dei casi queste cisti sono del tutto benigne e quindi non presentano alcun rischio di sviluppare cellule cancerose nel tempo. Tuttavia, una piccola parte di queste lesioni può sviluppare caratteri di malignità rendendo quindi a volte necessario ricorrere ad esami diagnostici più accurati per seguirne l’evoluzione nel tempo.

Le cisti pancreatiche costituiscono un gruppo eterogeneo di patologie, alcune di recente definizione, con comportamento biologico molto vario. L’incidenza di tali formazioni appare in continuo aumento, grazie anche alla diffusione dell’ecografia e della TAC addominale e a una maggior attenzione verso la problematica.

È infatti sempre più frequente il riscontro occasionale di una o più lesioni cistiche del pancreas in pazienti asintomatici. Un’adeguata conoscenza ed esperienza di questo tipo di patologia è indispensabile per il corretto inquadramento delle lesioni e per la scelta del tipo di trattamento da mettere in atto in questi pazienti.

Esistono diversi tipi di cisti pancreatiche?

Si, le cisti pancreatiche rappresentano un gruppo eterogeneo di lesioni con comportamento biologico molto diverso. Vanno innanzitutto distinte dalle pseudocisti che rappresentano un esito frequente di un pregresso episodio di pancreatite acuta. Le pseudocisti sono raccolte liquide prive di parete epiteliale (a differenza delle vere cisti del pancreas) e spesso tendono a riassorbirsi nel tempo. In caso di incremento dimensionale o comparsa di sintomi, sono possibili trattamenti di drenaggio chirurgico o endoscopico di tali raccolte.

I tipi di cisti pancreatiche più comuni sono:

  • cistoadenoma sieroso: è più frequente nel sesso femminile e dalla sesta decade di vita. Non ha nessuna potenzialità evolutiva maligna quindi generalmente non rappresenta un’indicazione a trattamenti chirurgici o interventistici, salvo che non presenti sintomi. L’aspetto è tipicamente microcistico (cosiddetto “ad alveare”), essendo in genere un conglomerato di piccole cisti separate da setti fibrosi;
  • cistoadenoma mucinoso: di solito appare nella coda o al passaggio corpo/coda del pancreas e nelle donne fra la quinta e la settima decade. è una lesione generalmente singola, uniloculare. Può essere considerato una lesione precancerosa, la cui potenzialità evolutiva cresce al crescere delle dimensioni o in base alla presenza di noduli solidi all’interno. Pertanto è necessario studiarne l’evoluzione nel tempo mediante stretto follow-up;
  • neoplasia intraduttale papillare mucinosa (IPMN): gli IPMN sono le neoplasie cistiche del pancreas di più frequente riscontro diagnostico. Possono insorgere in qualsiasi area del pancreas, tendono alla multifocalità e per definizione presentano una comunicazione con il dotto pancreatico principale (main duct-IPMN) o le sue ramificazioni (BD-IPMN). Data la comunicazione del dotto vi è una certa tendenza allo sviluppo di pancreatiti in questi soggetti. La forma più comune è quella BD-IPMN, che ha una potenzialità evolutiva a neoplasia non alta ma comunque non trascurabile; d’altra parte, la variante MD-IPMN è molto più a rischio di evolutività e rappresenta generalmente un’indicazione all’intervento chirurgico;
  • tumori cistici rari: fra queste neoplasie cistiche di non comune riscontro, vanno ricordati il tumore solido pseudopapillare che si riscontra soprattutto in giovani donne e rappresenta un’ indicazione chirurgica dato il rischio di malignità, e il tumore neuroendocrino (NET) cistico, caratterizzato da pareti ispessite e dalla non produzione di ormoni (NET non funzionante).

Quali sono i sintomi delle cisti pancreatiche?

Nella gran parte dei casi tali lesioni sono silenti e quindi il riscontro diagnostico è del tutto occasionale. In caso di lesioni di grosse dimensioni vi può essere la comparsa di alcuni sintomi da compressione di strutture vicine, come ittero da compressione del coledoco intrapancreatico (per lesioni cistiche della testa del pancreas), pancreatiti da compressione del dotto pancreatico. Come precedentemente menzionato, l’IPMN, data la comunicazione con il dotto pancreatico, dà più frequentemente pancreatiti.

Come si effettua la diagnosi?

Esistono svariati strumenti diagnostici per l’identificazione e la caratterizzazione delle cisti pancreatiche. Spesso la prima diagnosi la si fa nel corso di un esame ecografico addominale. Poi per una miglior caratterizzazione della cisti si ricorre alla TAC addome o alla risonanza magnetica addominale. Infine, in presenza delle cosiddette “worrisome features” (ad esempio dimensioni oltre i 3 cm, pareti cistiche ispessite e che prendono contrasto, noduli intracistici <5 mm,  dilatazione del dotto pancreatico principale fra i 5 e i 9 mm, incremento dimensionale della cisti nel tempo, linfoadenopatie sospette, incremento dei marcatori tumorali), è indicato un ulteriore approfondimento diagnostico mediante ecoendoscopia con eventuale campionamento tissutale della cisti o prelievo ed analisi del liquido cistico. Oltre alla citologia, nel liquido cistico si valutano eventuali marcatori molecolari, si dosano i livelli di glucosio (<50 mg/dl caratteristico delle cisti mucinose, >= 50 mg/dl delle cisti non-mucinose) e i livelli del marcatore tumorale CEA (<=5 ng/ml caratteristico delle cisti non mucinose, >= 192 ng/ml caratteristico delle mucinose).

Cisti pancreatica: è pericolosa?

Come detto in precedenza la gran parte delle lesioni cistiche pancreatiche sono assolutamente benigne o con basso/bassissimo potenziale evolutivo. Vanno però ben caratterizzate al momento della prima diagnosi e, se necessario, seguite nel tempo.

Cisti pancreatiche: si possono curare? 

Come detto in precedenza, nella gran parte dei casi basta il follow-up nel tempo. Le indicazioni chirurgiche per le cisti pancreatiche sono dettate dalla presenza delle cosiddette “high-risk stigmata”, nello specifico la presenza di ittero dovuto ad una cisti della testa del pancreas, presenza di noduli murali >=5 mm che si impregnano di mezzo di contrasto o dalla dilatazione del dotto pancreatico principale oltre i 10 mm.

Ulteriori indicazioni chirurgiche sono dettate dal riscontro, in corso di approfondimento diagnostico ecoendoscopico, di presenza di cellule tumorali all’interno del liquido cistico o noduli intracistici che prendono contrasto. Nel caso specifico dei NET cistici, l’indicazione chirurgica è per lesioni oltre i 2 cm.

In sintesi..

Età all’esordioSessoSintomiEvoluzione malignaTrattamento
Pseudocisti40-50 anniprevalenza maschile (75%)in esiti di pancreatiteassente follow-up; drenaggio percutaneo, endoscopico o chirurgico
Cistoadenoma sieroso60 anniprevalenza femminile (70%)asintomatico nella maggior parte dei casi o, in caso di grandi dimensioni, sintomi da compressioneassentefollow-up
Cistoadenoma mucinoso50-70 anniprevalenza femminile (>95%)asintomatico nella maggior parte dei casi o, in caso di grandi dimensioni, sintomi da compressionepossibile
(6-36%)
stretto follow-up e possibilità d’intervento chirurgico
IPMN60-70 annisimile prevalenza in entrambi i sessifrequentemente asintomatico o, in caso di grandi dimensioni, sintomi da compressionerischio elevato nel tipo dotto principale; rischio minore nel tipo dotto perifericofollow-up e possibilità d’intervento chirurgico
Prof. Antonio Facciorusso
Prof. Antonio Facciorusso
Professore associato in Malattie dell'Apparato Digerente presso l'Università degli Studi di Foggia. Membro della Commissione linee guida della Società Europea di Endoscopia Digestiva (ESGE).

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