martedì, Marzo 19, 2024
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Gastroprotettore per cani

Chi ha animali d’affezione sa bene quanto diffusi siano i disturbi gastrici tra i nostri amici a quattro zampe. Le patologie gastriche, infatti, non sono esclusive degli “umani”, ma interessano anche i nostri animali. In questi casi i medici veterinari sono soliti prescrivere il gastroprotettore a cani e gatti. Tuttavia, come spesso accade tra gli umani, non sempre il loro utilizzo è opportuno. In questo articolo approfondiremo quindi quali sono i gastroprotettori per cani e gatti, quando sono indicati, quali i dosaggi raccomandati e gli eventuali gastroprotettori naturali.

Gastroprotettori per cani: quali sono

Generalmente la categoria dei gastroprotettori comprende un’ampia gamma di farmaci che, attraverso meccanismi diversi, riducono gli effetti dell’acido sulla mucosa del sistema digerente.

I gastroprotettori ad uso veterinario più utilizzati sono:

  • gli inibitori di pompa protonica (IPP), come ad esempio l’omeprazolo, il lansoprazolo o il pantoprazolo;
  • gli antagonisti dei recettori H2 dell’istamina, come la ranitidina, la famotidina o la cimetidina.

Entrambi i farmaci, seppur con meccanismi diversi, inibiscono la secrezione di acido dalle cellule parietali dello stomaco. Tuttavia è necessario evidenziare che:

  • la somministrazione quotidiana degli H2 antagonisti in cani e gatti non ha mostrato benefici nel trattamento dell’ulcera gastroduodenale e nel reflusso gastroesofageo;
  • l’utilizzo continuativo degli H2 antagonisti porta ad una riduzione del loro effetto entro pochi giorni; in particolare nei cani si sviluppa tolleranza al farmaco entro i primi 13 giorni di terapia e la riduzione dell’effetto può essere visibile già dopo i primi tre giorni. Lo stesso fenomeno si osserva anche nei gatti;
  • la terapia con gli inibitori di pompa protonica, somministrati due volte al giorno in cani e gatti, è risultata più efficace degli H2 antagonisti nel trattamento dell’ulcera gastroduodenale e del reflusso;
  • l’aggiunta degli H2 antagonisti alla terapia con IPP non ne migliora l’efficacia terapeutica ed anzi può diminuire l’effetto degli IPP;
  • gli inibitori di pompa protonica devono essere somministrati a stomaco vuoto, preferibilmente almeno 30 minuti prima del pasto. Gli H2 antagonisti possono invece essere somministrati sia a stomaco vuoto che pieno.
LO SAPEVI CHE..
I farmaci antiacidi possono essere somministrati anche a cani e gatti. Tuttavia l’evidenza scientifica non ne suggerisce l’utilizzo. La loro integrazione, infatti, non migliora l’efficacia della terapia con IPP. Inoltre la breve durata del loro effetto e la conseguente necessità di ripetute somministrazioni, non semplici negli animali, li rendono scarsamente utilizzabili su cani e gatti.

Il misoprostolo, un farmaco impiegato per il trattamento dell’ulcera, può essere utilizzato in cani e gatti per prevenire il danno gastrointestinale da utilizzo di aspirina. Non è noto, però, se abbia lo stesso effetto protettivo in caso di assunzione di altri antinfiammatori non steroidei (FANS).

Gastroprotettori per cani: quando sono indicati?

Nella pratica veterinaria i gastroprotettori, in particolare gli inibitori di pompa protonica, sono indicati in caso di:

  • terapia con antinfiammatori non steroidei (FANS);
  • reflusso gastroesofageo, in particolare in caso di reflusso postoperatorio;
  • gastrite erosiva;
  • ulcera gastroduodenale;
  • malattia epatica, solo se associata a segni di sanguinamento gastrointestinale;
  • pancreatite, solo se associata a ulcera gastroduodenale;
  • segni di sanguinamento gastrointestinale.

Gli IPP dovrebbero quindi essere prescritti quando cani e gatti presentano fattori di rischio per lo sviluppo di lesioni ulcerose e sanguinamento gastrointestinale. Nei casi in cui tali fattori di rischio non siano presenti il loro utilizzo, non esente da effetti collaterali, andrebbe invece evitato.

GASTROPROTETTORI PER CANI: QUALI GLI EFFETTI COLLATERALI?
L’utilizzo nel breve termine degli inibitori di pompa protonica non causa effetti collaterali rilevanti nell’uomo e negli animali d’affezione. La reazione più comune nei cani è la diarrea, rara invece nei gatti. Altre reazioni possono essere il vomito, la flatulenza, la perdita di appetito e la proteinuria. Tuttavia negli ultimi anni diversi studi hanno evidenziato come l’utilizzo a lungo termine degli IPP si associ a significativi effetti collaterali nell’uomo. Allo stato attuale non sono invece disponibili ricerche che documentino effetti avversi rilevanti su cani e gatti. Le uniche ricerche disponibili suggeriscono come l’utilizzo degli IPP possa causare disbiosi intestinale che, a sua volta, potrebbe portare ad altre complicazioni come la polmonite batterica. Tuttavia gli effetti a lungo termine evidenziati sugli umani suggeriscono, dopo le prime 4 settimane di terapia, di limitare il più possibile l’utilizzo degli IPP in cani e gatti.

I dosaggi del gastroprotettore per cani

I dosaggi degli inibitori di pompa protonica, come l’omeprazolo, il lansoprazolo o il pantoprazolo, variano a seconda del disturbo da trattare.

Nei cani e gatti il dosaggio consigliato è:

  • tra 0,5 e 1mg per ogni kg corporeo, una volta al dì, in caso di ulcera, gastrite, esofagite e come profilassi per la terapia con FANS;
  • tra 0,5 e 2mg per ogni kg corporeo, una o due volte al giorno, in caso di ulcere severe, esofagite erosiva e sindrome di Zollinger-Ellison. I dosaggi e la frequenza di somministrazione possono essere variati in base alla gravità delle patologie.

In ogni caso si raccomanda sempre di consultare il medico veterinario per una corretta somministrazione del gastroprotettore.

Qual’è il gastroprotettore migliore per cani?
Le attuali evidenze scientifiche non hanno mostrato alcuna significativa differenza tra gli inibitori di pompa protonica disponibili in commercio. Non c’è quindi un IPP migliore degli altri per il trattamento dei disturbi acido-correlati di cani e gatti.

Gastroprotettore naturale per cani

L’utilizzo dei farmaci gastroprotettori dovrebbe essere riservato ai soli casi in cui è indicata la somministrazione di IPP, cioè quando gli animali hanno fattori di rischio per l’ulcera o il sanguinamento gastrointestinale. In molti casi, invece, i disturbi gastrici di cani e gatti possono beneficiare dell’utilizzo di gastroprottetori naturali. Le sostanze naturali che possono essere d’aiuto alla salute digestiva degli animali d’affezione sono:

  • zenzero: ha spiccate proprietà antinausea, antiemetiche, procinetiche, antinfiammatorie, oltre ad avere la capacità di inibire parzialmente la secrezione di acido gastrico. È quindi un buon rimedio naturale contro il vomito e l’indigestione, grazie alla sua capacità di accelerare lo svuotamento gastrico. Può essere somministrato a cani e gatti in polvere o fresco, a un dosaggio tra 20 e i 50 mg per kg corporeo;
  • olmo scivoloso: l’estratto della corteccia di olmo può avere svariati effetti positivi sulla salute dei nostri amici a quattro zampe. La polvere di olmo, infatti, ha un elevato contenuto in mucillagini. Esse, a contatto con i succhi gastrici, formano un gel viscoso, che protegge meccanicamente la mucosa gastrica dall’azione irritante dell’acido. Esso è quindi indicato nei casi di reflusso e gastrite, grazie alla sua azione protettiva della mucosa. Inoltre l’olmo scivoloso può essere utile sia nei casi di costipazione che di diarrea acuta. Esso, infatti, regola l’attività intestinale. Infine può essere d’aiuto nelle infezioni delle vie urinarie e in quelle delle via aeree superiori;
  • prebiotici e probiotici: sono un valido coadiuvante nel trattamento di svariati disturbi intestinali degli animali d’affezione. Possono quindi essere utilizzati, ad esempio, in caso di diarrea e colite o contemporaneamente alla terapia antibiotica. Inoltre l’utilizzo dei probiotici in cani e gatti migliora la loro funzionalità renale, epatica e le allergie della pelle;
  • enzimi digestivi: la supplementazione di alcuni enzimi digestivi, come le lipasi, le amilasi e le proteasi, può essere d’aiuto nel trattamento dell’insufficienza pancreatica, delle malattie infiammatorie intestinali e delle allergie.

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Redazione Gastroprotezione.it
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