Negli ultimi anni alcune evidenze scientifiche hanno suggerito una possibile connessione tra coronopatia e malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). Uno studio, ad esempio, ha rivelato come i pazienti affetti da GERD abbiano un più alto rischio di sviluppare la malattia coronarica. Essa consiste in un restringimento delle arterie coronarie, che limita o interrompe l’apporto di sangue al cuore. Spesso, alla base di questa patologia vi è l’ipertensione. L’aumento della pressione del flusso saguigno attraverso le arterie può infatti creare disfunzioni dell’endotelio arterioso, causando arteriosclerosi o malattia coronarica. L’ipertensione è quindi collegata alla coronopatia, a sua volta connessa al reflusso gastroesofageo. Da qui la possibile relazione tra reflusso e pressione alta, di cui ci occuperemo nel presente articolo.
Reflusso e Ipertensione
La relazione tra reflusso e pressione alta è stata oggetto di uno studio del 2018, pubblicato sul Journal of clinical gastroenterology. I ricercatori hanno reclutato 86 pazienti ipertesi, monitorandone costantemente la pressione sanguigna e il livello di acidità esofagea. Lo studio ha rivelato che:
- il 44% dei pazienti ipertesi era affetto anche da reflusso gastroesfageo;
- i picchi di pressione alta tendevano a coincidere con gli attacchi di reflusso;
- il trattamento con inibitori di pompa protonica (IPP) migliorava i sintomi del reflusso e dell’ipertensione.
Lo studio ha quindi mostrato che chi soffre di reflusso ha un maggior rischio di essere affetto da pressione alta e che l’ipertensione può migliorare curando il reflusso gastroesofageo.
Il reflusso fa aumentare la pressione?
Il meccanismo alla base del legame tra reflusso e pressione alta non è del tutto chiaro. I ricercatori avanzano diverse ipotesi.
Una spiegazione è che il reflusso acido è in grado di attivare il sistema nervoso simpatico. Tale sistema, quando attivo, causa una maggiore contrazione del cuore e induce vasocostrizione periferica. L’aumento del flusso sanguigno, combinato alla maggiore resistenza vascolare periferica, porta all’incremento della pressione sanguigna.
Una spiegazione alternativa ipotizza invece l’esistenza di un comune meccanismo nel cervello, che regola sia la funzione digestiva che i riflessi cardiovascolari. L’associazione di reflusso e ipertensione deriverebbe quindi da un condiviso meccanismo cerebrale.
Inoltre, la relazione tra reflusso e pressione alta può dipendere da fattori di rischio comuni, collegati allo stile di vita. Entrambe le condizioni, infatti, sono spesso causate o aggravate da cattive abitudini alimentari, obesità e fumo. Tali fattori di rischio si presentano frequentemente sia nei pazienti ipertesi che in quelli affetti da reflusso. Ciò potrebbe quindi spiegare, almeno in parte, la loro frequente associazione.
Infine l’utilizzo dei farmaci calcioantagonisti, prescritti per l’ipertensione, può peggiorare i sintomi della GERD, diminuendo il tono dello sfintere esofageo. Ciò potrebbe contribuire a spiegare la presenza concomitante di reflusso e pressione alta.
Reflusso e pressione alta: cosa fare?
Nello studio del 2018 la terapia a base di gastroprotettori IPP ha migliorato i sintomi del reflusso e dell’ipertensione. La loro somministrazione può quindi essere indicata per i pazienti affetti da entrambi i disturbi. Tuttavia l’uso degli IPP a lungo termine non è esente da effetti collaterali significativi, tra cui anche un maggior rischio di coronopatia. Il loro utilizzo deve quindi sempre essere discusso con il proprio medico e, in ogni caso, non può sostituirsi ad un corretto stile di vita, imprescindibile per la salute cardiovascolare e digestiva.
L’adozione di opportune abitudini alimentari può infatti migliorare contemporaneamente l’ipertensione e il reflusso gastroesfageo. Una dieta prevalentemente vegetale, ricca di fibre, priva di alcool e caffeina diminuisce la pressione e migliora disturbi digestivi come gastrite e reflusso.
Inoltre, un moderato esercizio fisico, abbinato a esercizi di respirazione diaframmatica, può ridurre la GERD e l’ipertensione. L’attività fisica, infatti, aiuta a mantenere bassi i livelli di grasso viscerale, facendo diminuire la pressione sullo stomaco, quindi gli episodi di reflusso. La respirazione diaframmatica, a sua volta, migliora il controllo dei muscoli del diaframma, che cingono lo sfintere esofageo, da cui dipende il reflusso. Nello stesso tempo, l’esercizio fisico e la respirazione riducono la pressione diastolica e sistolica, come documentato da innumerevoli studi scientifici.
Infine l’astensione dal fumo può contribuire a migliorare GERD e ipertensione. La nicotina, infatti, diminuisce il tono dello sfintere esofageo e, allo stesso tempo, aumenta la vasocostrizione, facendo aumentare la pressione sanguigna.
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