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Dieta e malattia di Crohn

Qual è il ruolo della dieta nella malattia di Crohn?

Il ruolo della dieta nella malattia di Crohn è molto dibattuto e spesso più sentito da parte dei pazienti che da parte dei medici. Quasi tutti i pazienti chiedono al medico cosa possono e cosa non possono mangiare al momento della prima visita e spesso il medico deve rispondere che, per quanto è noto attualmente dalla letteratura, non ci sono indicazioni specifiche per i pazienti.

Si stanno accumulando sempre più dati in letteratura che una dieta di tipo occidentale (“Western type”), ricca in carni rosse, grassi, bevande zuccherate e povera in frutta e verdura rispetto alla dieta mediterranea (ricca di olio di oliva e cibi con proprietà anti-ossidanti) sia associata a maggior rischio di sviluppare la malattia di Crohn, ma questo non ha attualmente implicazioni pratiche per i pazienti con malattia di Crohn ormai insorta.

Sono stati effettuati studi atti a valutare se una specifica dieta (come la dieta mediterranea o la dieta “low FODMAPs” e altre) avesse effetto sui parametri infiammatori nella malattia di Crohn, con risultati però non abbastanza significativi.

Questo vale per i pazienti adulti poiché nei bambini affetti da malattia di Crohn ci sono dati forti che la terapia dietetica (digiuno con supporto nutrizionale per via endovenosa o per bocca) abbia risultati paragonabili a quelli dei corticosteroidi. Da qui è nata in Israele la dieta CDED che consiste in più fasi in cui vengono progressivamente reintrodotti alimenti che, in base ai dati presenti in letteratura, non sembrano avere caratteristiche pro-infiammatorie, insieme a un supporto nutrizionale. Tale dieta è attualmente in studio anche nella popolazione adulta affetta da malattia di Crohn e i primi dati sono incoraggianti.

Il paziente con malattia di Crohn ha bisogni nutrizionali specifici?

Sicuramente sì. In occasione delle regolari visite gastroenterologiche vengono valutate le principali specifiche carenze, quali il livello nel sangue di ferro, acido folico, vitamina B12, vitamina D. In caso di carenze il medico supplementa questi elementi.  Questo vale per tutti i pazienti; se però ci troviamo di fronte a un paziente affetto da malattia di Crohn con intestino corto le carenze possono essere molto più gravi. Questi pazienti devono essere presi in carico dai medici dietologi, vanno valutate tutte le principali carenze nutrizionali e, spesso, viene iniziata una nutrizione aggiuntiva per via endovenosa.

Ci sono altre situazioni specifiche in cui la valutazione nutrizionale e il conseguente supporto nutrizionale sono importantissime. Sto parlando in particolare del paziente che deve andare incontro a un intervento chirurgico. Vi sono forti dati in letteratura che un paziente malnutrito che va incontro a intervento chirurgico ha un esito peggiore per quanto riguarda le complicanze infettive e chirurgiche. In tali pazienti va valutato lo stato nutrizionale e, se necessario, ottimizzato in vista dell’intervento.

Cosa mangiare con la malattia di Crohn?

Facendo un sunto di quanto è attualmente disponibile in letteratura, e di quanto si sta accumulando negli ultimi anni, a un paziente con malattia di Crohn, non complicata da una stenosi, conviene consigliare di mangiare una sana dieta mediterranea, evitando i cibi che, attualmente, vengono considerati come potenziali pro-infiammatori poiché sembrano danneggiare il muco intestinale e favorire la disbiosi. In particolare, conviene evitare di mangiare i cibi già preparati e disponibili, ad esempio, in sacchetti e preferire i cibi cucinati in casa. È utile l’utilizzo adeguato di olio extravergine di oliva, pesce, carni bianche. La verdura è consigliabile assumerla tagliata corta. Conviene evitare le bevande gassate zuccherate, le quali si sono viste associate a disbiosi e a maggior incidenza di malattie infiammatorie croniche intestinali.

Quali cibi evitare con la malattia di Crohn?

Oltre alle indicazioni date in risposta alle domande precedenti, parlando del rischio maggiore, quello di occlusione o subocclusione intestinale in pazienti con restringimenti dell’intestino a causa della malattia di Crohn, la dieta diventa fondamentale. A questi pazienti va consigliato di evitare di mangiare i cibi ricchi di fibre quali le castagne, le verdure a foglia larga e di preferire verdure corte come le zucchine e le carote. Viene inoltre consigliato di fare pasti più piccoli e più frequenti. Lo scopo di tali indicazioni è ridurre il rischio di dover operare, in certi casi anche urgentemente, il paziente. Se tali pazienti, magari già andati incontro a più di un intervento chirurgico in passato, con tali accorgimenti non hanno più episodi di dolore addominale e di vomito, si potrà cercare di evitare l’ennesimo intervento chirurgico.

Prof. Davide Giuseppe Ribaldone
Prof. Davide Giuseppe Ribaldone
Professore Associato di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche – Università degli Studi di Torino - Azienda Ospedaliera Università Città della Salute e della Scienza di Torino

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