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Reflusso e respirazione diaframmatica

respirazione diaframmatica un rimedio naturale per il reflusso gastroesofageo

Imparare la respirazione diaframmatica migliora i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo. È questa la conclusione di alcuni studi scientifici, secondo cui la pratica della respirazione addominale può ridurre gli episodi di reflusso e i sintomi ad esso associati.

Uno studio prospettico ha reclutato 36 pazienti che presentavano un’eccessiva eruttazione e non rispondevano alla terapia con gli inibitori di pompa protonica. Di questi, 15 soggetti hanno praticato la respirazione diaframmatica una volta alla settimana per 4 settimane. Gli altri soggetti hanno invece iniziato gli esercizi di respirazione in un secondo momento, così da poter essere utilizzati come gruppo di controllo. Sorprendentemente l’80% dei pazienti che avevano praticato la respirazione diaframmatica ha avuto un miglioramento dell’eruttazione e dei sintomi del reflusso rispetto al solo 19% dei pazienti in attesa di ricevere il training. Inoltre il 73% di tutti i pazienti, una volta completato l’addestramento, è riuscito a sospendere la terapia con gli inibitori di pompa protonica. I benefici sono durati fino a 4 mesi dopo l’intervento[1].

Un altro studio prospettico randomizzato condotto su 19 pazienti ha invece dimostrato come la pratica della respirazione diaframmatica riesca a ridurre il livello di acidità gastrica come confermato strumentalmente dalla pH-metria esofagea e dal minore uso dei gastroprotettori. Inoltre, se i pazienti continuano nel tempo gli esercizi, gli effetti sulla riduzione dell’acidità sono duraturi, arrivando almeno fino a 9 mesi dall’intervento[2].

Infine uno studio pubblicato sul The American Journal of Gastroenterology ha rilevato come la respirazione diaframmatica sia in grado di ridurre gli episodi di reflusso dopo i pasti, incoraggiando la ricerca sulla respirazione addominale come cura per il reflusso gastroesofageo[3].

Perchè la respirazione diaframmatica migliora il reflusso?

L’esofago è connesso allo stomaco da un piccolo anello di fibre muscolari, il cosiddetto sfintere esofageo inferiore. Generalmente lo sfintere si apre quando ingoiamo il cibo, per poi richiudersi saldamente, così da evitare la risalita di acido verso l’esofago.

Il diaframma, a sua volta, è un grande muscolo respiratorio, che esercita pressione attorno all’esofago, nella stessa area dello sfintere esofageo. Similmente ad ogni altro muscolo, il suo allenamento ne permette il rafforzamento. Così la pratica della respirazione addominale rafforza il diaframma che, a sua volta, sostiene la chiusura dello sfintere esofageo(si veda fig. 1). Più forte è il diaframma, più chiuso è lo sfintere esofageo, minore sarà il reflusso.

Primo piano della sezione coronale della porzione cardiaca dello stomaco, dell’esofago inferiore e del diaframma che mostra lo sfintere esofageo inferiore chiuso, mantenendo il contenuto dello stomaco all’interno in. SOURCE: Original art. Used in 5A11983, 90753.

Come si respira con il diaframma?

Di seguito riportiamo un video su come respirare con il diaframma. La tecnica di respirazione illustrata può essere utilizzata come respirazione anti-reflusso.

Ricorda che nella respirazione diaframmatica:

  1. quando inspiri, l’addome si distende facendo gonfiare la pancia;
  2. quando espiri l’addome si contrae, facendo sgonfiare la pancia.

La respirazione diaframmatica può essere praticata quotidianamente o su base settimanale. I partecipanti allo studio cui si è fatto precedentemente riferimento[1], ad esempio, hanno avuto benefici praticandola 1 volta a settimana per 4 settimane. In altri casi potrebbe invece essere consigliato praticarla quotidianamente. Va notato, ad esempio, che in uno studio sulla distensione addominale, si consiglia di praticare la respirazione diaframmatica per 5 minuti prima e dopo il pasto[4].

Respirazione diaframmatica e reflusso: controindicazioni

Gli esercizi di respirazione diaframmatica sono sicuri e non hanno particolari controindicazioni se effettuati in modo corretto. Tuttavia è necessario evidenziare che respiri troppo profondi, veloci e ripetuti possono causare iperventilazione. In quest’ultimo caso è possibile avvertire sonnolenza, stordimento, capogiri, formicolio alle mani, viso e piedi. Inoltre l’ipervenitilazione può innescare e aggravare gli stati d’ansia. Alla luce di ciò è bene ricordare che la pratica della respirazione deve svolgersi correttamente, senza esagerazioni in termini di profondità, ritmo e frequenza della respirazione. I respiri devono essere ampi e lenti.

Respirazione diaframmatica: oltre il reflusso

La respirazione diaframmatica può aiutare non solo con il reflusso. Imparare a respirare con la pancia ha infatti dimostrato di essere utile nei pazienti con:

  • ipertensione;
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva;
  • asma;
  • ipertensione;
  • insufficienza cardiaca;
  • depressione e ansia;
  • sintomi della menopausa come vampate e insonnia;
  • gestione del dolore.
Bibliografia