Ansia e Reflusso

ansia e reflusso

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è dovuta all’esposizione cronica dell’esofago al contenuto gastrico. Generalmente lo sfintere esofageo inferiore, cioè la valvola che connette l’esofago allo stomaco, limita la risalita dell’acido verso l’esofago. Talvolta, però, lo sfintere non funziona correttamente; l’acido risale così verso l’esofago che, privo di un’adeguato rivestimento, subisce l’effetto irritante dei succhi gastrici. La causa del reflusso sembrerebbe è quindi di tipo meccanico. Essa risiede cioè in uno sfintere incontinente, incapace di trattenere il volume acido dello stomaco. Tuttavia appare sempre più chiaro come fattori di ordine psicologico possano scatenare o aggravare i sintomi gastroesofofagei. In particolare ansia e reflusso sono intrecciate in un legame circolare, in cui è non sempre è chiaro quale venga per prima.

Reflusso da stress o stress da reflusso?

Chiunque soffra d’ansia sa molto bene quanto la sua somatizzazione possa interessare il sistema digerente. L’ansia può “prendere” lo stomaco o mettere in subbuglio il colon. Non fa eccezione il reflusso gastroesofageo, i cui sintomi possono essere peggiorati dall’ansia e lo stress.

Uno studio del 2018 condotto su più di 19.000 persone ha infatti evidenziato che i soggetti con livelli più alti di ansia hanno maggiori probabilità di essere affetti da reflusso gastroesofageo[1]. Un ulteriore studio ha inoltre rivelato che, tra i pazienti affetti da reflusso gastroesofageo, quelli con stati d’ansia maggiori avevano anche sintomi più severi. I pazienti “ansiosi”, infatti, riportavano livelli di bruciore di stomaco e di dolore retrosternale maggiori rispetto ai non ansiosi[2].

È possibile quindi che l’ansia possa accentuare i sintomi della MRGE e che, nei casi più severi, possa portare a forme di reflusso da somatizzazione o, come talvolta riferito dai pazienti, a una condizione (impropriamente definita) di “esofagite nervosa“. A tal riguardo i ricercatori hanno ipotizzato come possibili spiegazioni che:

  • l’ansia può ridurre la pressione dello sfintere esofageo, favorendone l’incontinenza;
  • ansia e stress possono aumentare la tensione muscolare; in particolare la tensione addominale aumenterebbe la pressione sullo stomaco, spingendo così il contenuto gastrico verso l’esofago;
  • l’ansia può favorire una maggiore secrezione di acido. Quest’ipotesi sembrerebbe però essere smentita da uno studio pubblicato su Gastroenterology, secondo i cui i pazienti affetti da reflusso e ansia non hanno maggiori livelli di acidità esofagea evidenziabili dalla pH-metria esofagea[3].

L’ansia può quindi aggravare i sintomi del reflusso. Nello stesso tempo alcuni sintomi del reflusso possono causare ansia. Uno studio del 2019, ad esempio, ha evidenziato come i pazienti che hanno dolore al petto a causa del reflusso riportano livelli di depressione e ansia maggiori rispetto a coloro che non avvertono questo sintomo[4]. È possibile, infatti, che il dolore al petto possa essere scambiato dal paziente per una patologia più grave, ad esempio per un infarto. Inoltre il reflusso di per sé può causare stress, alimentando l’ansia di che ne soffre.

In sintesi, l’ansia può indurre un reflusso da stress che, a sua volta, può portare ad uno stress da reflusso.

Ansia e bruciore di stomaco

I sintomi più ricorrenti del reflusso sono il bruciore e il dolore, che possono interessare la bocca dello stomaco e il petto. Molti pazienti, infatti, riferiscono acidità di stomaco e dolore epigastrico. Essi, inoltre, riportano un peggioramento dei sintomi a causa dello stress, oggetto di approfondimento di alcuni studi sul legame tra ansia e bruciore di stomaco.

Bruciore di stomaco da stress: l’evidenza scientifica

Uno studio pubblicato su Gastroenterology ha indagato il bruciore di stomaco da stress reclutando 46 soggetti affetti da esofagite e 10 soggetti sani, utilizzati come gruppo di controllo[5].

Entrambi i gruppi sono stati sottoposti ad un stimolo uditivo stressante, che prevedeva un rumore assordante, mantenuto per più tempo. I soggetti sono stati sottoposti contemporaneamente ad un test di perfusione acida che, attraverso l’utilizzo di un sondino, inviava all’esofago una soluzione acida. I pazienti erano quindi esposti ad uno stimolo stressante, mentre il loro esofago era raggiunto dall’acido. I ricercatori avevano quindi ricreato la situazione del paziente che sperimenta ansia, mentre ha bruciore di stomaco. Essi hanno quindi potuto valutare come il bruciore e il dolore epigastrico fossero influenzati dallo stress nei soggetti affetti da MRGE e in quelli sani.

I risultati dello studio hanno evidenziato come lo stress uditivo acuto possa esacerbare i sintomi del bruciore di stomaco nei pazienti affetti da MRGE. Solo in questo gruppo, infatti, la percezione del bruciore e del dolore è aumentata a seguito dello stimolo stressante. Lo studio ha inoltre evidenziato che maggiore è lo stress percepito dai soggetti, più grande è la percezione del bruciore. In sintesi, lo studio suggerisce come ansia e stress possano peggiorare l’acidità di stomaco e il dolore epigastrico, sebbene non siano di per sé sufficienti a causarlo.

Ansia e bruciore di stomaco: una spiegazione alternativa

Bruciore al petto, acidità, mal di stomaco e crampi sono solo alcuni dei sintomi che peggiorano con l’ansia. Lo stress influenza profondamente il sistema gastrointestinale. Ma in che modo?

Un interessante studio, pubblicato sul Journal of Neurogastroenterology and Motility, ha indagato gli effetti biologici dello stress e la loro ripercussione sui sintomi del reflusso[6]. I ricercatori sono partiti dall’assunto che la risposta del nostro corpo allo stress stimola il rilascio di un particolare ormone, detto corticotropina (CRH). Tale ormone è stato quindi somministrato a soggetti sani, così da poterne valutare il suo effetto sull’esofago.

Lo studio ha evidenziato che la somministrazione di CRH aumenta la sensibilità elettrica dell’esofago, rivelando il ruolo dello stress nella sensibilità esofagea. In altri termini l’ansia, attraverso il rilascio di corticotropina, rende l’esofago ipersensibile, aggravando la percezione del reflusso. Sintomi come l’acidità o il bruciore allo sterno non dipenderebbero, almeno non solamente, da un’eccessiva esposizione esofagea all’acido, ma da una sua minore soglia del dolore. Ciò spiegherebbe non solo come lo stress possa peggiorare i sintomi della MRGE, ma anche la scarsa efficacia della terapia antiacida nel reflusso da stress.

Ansia e reflusso gastroesofageo: i sintomi

Ansia e reflusso possono avere molti sintomi in comune tra loro.

Bruciore, nausea e dolore allo stomaco sono sintomi caratteristici del reflusso, ma possono anche essere somatizzazioni tipiche dell’ansia.

La percezione di nodo alla gola, frequente nel reflusso e definita come “bolo isterico”, ricorre frequentemente anche negli stati ansiosi. Tuttavia se il senso di costrizione alla gola si accompagna a raucedine, tosse cronica e al bisogno di schiarirsi frequentemente la voce, la causa potrebbe essere anche il reflusso. Tali sintomi, infatti, evidenziano un irritazione laringofaringea, dovuta verosimilmente al rigurgito acido.

La difficoltà di deglutizione o disfagia, un altro sintomo che potrebbe presentarsi nella MRGE, può dipendere anche dall’ansia. Similmente il rigurgito, tipico della malattia da reflusso, può essere causato anche da stati ansiosi.

Il dolore al petto può essere dovuto al reflusso e, nello stesso tempo, può presentarsi nelle condizioni d’ansia. Similmente la tachicardia o extrasistolia può essere un sintomo del reflusso gastroesofageo o una manifestazione acuta di ansia o di un attacco di panico. Anche la presenza di eventuali difficoltà respiratorie, come la sensazione di “fiato corto” o di respiro affannoso, possono essere manifestazioni sia della MRGE sia dell’ansia.

Il dolore al petto e la tachicardia possono essere sintomi di un serio problema cardiaco, come per esempio di un infarto. In caso si avvertano questi sintomi è quindi necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico o a personale sanitario.

Infine l’insonnia può essere un sintomo comune tanto all’ansia quanto alla malattia da reflusso.

Altri sintomi unici del reflusso possono essere:

  • tosse cronica;
  • raucedine;
  • otite media;
  • singhiozzo;
  • asma.

Altri sintomi unici dell’ansia possono essere:

  • agitazione e irritabilità;
  • iperventilazione;
  • senso di paura e preoccupazione;
  • difficoltà di concentrazione;
  • tensione muscolare.

Reflusso da stress: rimedi

I farmaci

Generalmente la terapia d’elezione per la malattia da reflusso gastroesofageo prevede l’uso degli inibitori di pompa protonica (IPP), che abbattono la produzione di acido, limitando l’esposizione esofagea all’insulto acido. Tuttavia questi farmaci non sempre sono efficaci in caso di reflusso da stress. Un’analisi aggregata di tre studi prospettici, randomizzati con placebo ha infatti mostrato una scarsa efficacia dei gastroprotettori nei soggetti con alti livelli di ansia e depressione[7]. Allo stesso tempo, uno studio che ha indagato il possibile effetto dei gastroprotettori sulla percezione del bruciore di stomaco da stress ha rivelato che la terapia a base di esomeprazolo (40mg, 1 volta al giorno) riduceva la percezione del bruciore di stomaco durante lo stress-test[8]. In questo caso lo stimolo stressante era creato sottoponendo i partecipanti allo studio ad un test aritmetico, utilizzato generalmente per indurre stress mentale.

Va notato, inoltre, che in caso di reflusso da stress la terapia con gli IPP può essere integrata con l’utilizzo dei farmaci neuromodulatori, noti comunemente come antidepressivi. Come si è già accennato, nel reflusso da stress i sintomi esofagei possono insorgere indipendente dagli episodi di reflusso. Essi, infatti, possono essere causati da una condizione d’ipersensibilità viscerale, che amplifica la percezione degli stimoli meccanici cui l’esofago può essere esposto. In questo caso l’abbattimento della secrezione acida attraverso gli IPP è inefficace, mentre può essere indicato l’utilizzo dei farmaci antidepressivi o neuromodulatori, che possono modulare la percezione del dolore a livello periferico e centrale. In particolare, alcuni molecole appartenenti agli antidepressivi triciclici e agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono regolare la sensibilità viscerale esofagea.

Reflusso da stress: i rimedi naturali

Alcuni rimedi naturali possono alleviare i sintomi del reflusso da stress, riducendo i sintomi esofagei e quelli ansiosi.

La respirazione diaframmatica, ad esempio, può migliorare i sintomi ansiosi e, non di meno, quelli del reflusso gastroesofageo. Gli esercizi di respirazione addominale, infatti, rafforzano il diaframma che, a sua volta, sostiene la chiusura dello sfintere esofageo. Nello stesso tempo, la pratica della respirazione diaframmatica abitua il paziente ad avere un maggior controllo dei propri stati psicologici, riducendo l’overthinking e la tendenza a ruminare, che spesso sostiene gli atteggiamenti depressivi e ansiosi.

Anche la psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere un valido rimedio per il reflusso da stress. Essa, infatti, può aiutare nella gestione degli stati d’ansia e nello stesso miglioramento dei sintomi del reflusso. In uno studio, infatti, la terapia cognitivo comportamentale ha mostrato il miglioramento dei sintomi gastroesofagei, in particolare tra i pazienti che soffrivano di un’eccessiva eruttazione sopragastrica[9].

Infine l’adozione di opportuni accorgimenti nello stile di vita e nella dieta possono essere di grande aiuto nella gestione a lungo termine del reflusso da stress. Una dieta mediterranea, prevalentemente vegetale, ricca di cibi fermentati può attenuare i sintomi del reflusso e, nondimeno, contribuire ad un’ottimale salute mentale. Inoltre l’eliminazione delle fonti di stress, sebbene non sempre possibile, rappresenta uno dei più efficaci e sottovalutati interventi per la gestione del reflusso da stress

Bibliografia