Chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) sa bene quanto i cibi consumati possano influenzarne i sintomi. In effetti l’eliminazione di particolari alimenti è uno dei rimedi più efficaci per ridurre i sintomi dell’IBS. In questo articolo ci occuperemo di miele e colon irritabile, chiarendo se il suo consumo sia indicato per le persone affette da IBS.
Miele e colon irritabile: quali i benefici?
Generalmente il miele è utilizzato come un dolcificante naturale con effetti positivi per la salute. Esso, infatti, ha mostrato di contrastare l’infiammazione, limitare la crescita batterica e ridurre lo stress ossidativo1.
Alcuni studi hanno inoltre mostrato alcuni effetti del miele sul sistema gastrointestinale. In uno studio2, ad esempio, il suo consumo ha mostrato di ridurre la stitichezza in topi in cui era stata indotta la costipazione attraverso la somministrazione di loperamide (Imodium®), un noto farmaco contro la diarrea. L’utilizzo del miele ha infatti richiamato acqua nel lume intestinale, mimando così il meccanismo dei lassativi osmotici. Esso ha inoltre mostrato di influenzare positivamente la composizione del microbioma intestinale, fondamentale per un sano transito intestinale.
Il miele può quindi alleviare la stipsi. Esso inoltre può ridurre l’infiammazione, la proliferazione batterica, la disbiosi e lo stress ossidativo. Ciascuno di questi fattori concorre alla patogenesi del colon irritabile, suggerendo un’utilità teorica del miele nella gestione dell’IBS. Tuttavia non sono disponibili studi che abbiano indagato direttamente gli effetti del miele sul colon irritabile.
Miele di manuka e colon irritabile
Il miele di manuka è un particolare tipo di miele prodotto dal nettare della pianta di manuka, coltivata in Nuova Zelanda. Esso è noto soprattutto per le sue marcate proprietà antibatteriche in caso di infezioni della pelle3. Alcune ricerche hanno anche evidenziato, seppur con risultati contrastanti, la sua capacità di combattere l’infezione da Helicobacter Pylori. Inoltre in studi su ratti affetti da colite ulcerosa la somministrazione contemporanea di miele di manuka e farmaci antinfiammatori ha mostrato di ridurre l’infiammazione intestinale4.
Ciò potrebbe suggerire un suo potenziale impiego nella sindrome dell’intestino irritabile. Tuttavia il miele di manuka contiene un composto chiamato metilgliossale, che ha dimostrato di peggiorare i sintomi dell’IBS. In uno studio su ratti5 la sua somministrazione ha infatti aumentato la diarrea, l’ipersensibilità viscerale, il mal di testa e i comportamenti depressivi.
Miele e FODMAP
I FODMAP sono un particolare gruppo di carboidrati scarsamente assorbiti dall’intestino, in grado di innescare i sintomi dell’IBS6. La loro eliminazione è quindi raccomandata come trattamento di prima linea per la sindrome dell’intestino irritabile.
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Il miele è costituito principalmente da zuccheri, in particolare dal fruttosio7, classificato come FODMAP. Tuttavia la quantità di fruttosio varia in base al tipo di miele8. In particolare gli esami di laboratorio hanno mostrato che:
- il miele standard disponibile in commercio può ritenersi un alimento a basso contenuto di FODMAP solo se non si superano i 7 g (circa 1 cucchiaino);
- il miele di trifoglio, a causa del maggior contenuto di fruttosio, può ritenersi a basso contenuto di FODMAP solo se non si superano i 3,5 g (mezzo cucchiaino).
Il miele può quindi essere considerato un alimento a basso contenuto di FODMAP solo se assunto in piccole dosi.
Chi soffre di colite può mangiare il miele?
Il miele dovrebbe essere mangiato da chi soffre di colite solo in piccole quantità, a causa del suo contenuto di fruttosio. Non dovresti consumarne più di 1 cucchiaino, perché se assunto in eccesso potrebbe peggiorare i tuoi sintomi. Tuttavia alcune persone tollerano bene anche quantità maggiori di miele o di altri alimenti ad alto contenuto di fruttosio9. Nel caso in cui invece dovessi osservare un peggioramento dei tuoi sintomi anche assumendone piccole quantità, potresti provare un dolcificante a basso contenuto di FODMAP, come la stevia o l’aspartame.