venerdì, Aprile 26, 2024

Reflusso silente

Generalmente la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) ha sintomi tipici come il bruciore di stomaco, il rigurgito acido o il dolore toracico. Tuttavia, in alcuni casi, il reflusso può essere asintomatico, almeno in una prima fase, o portare a sintomi atipici, non immediatamente riconducibili alla MRGE. È questo il caso del reflusso silente, di cui ci occuperemo nel presente articolo.

Reflusso silente: cos’è?

Il reflusso silente o reflusso laringofaringeo si ha quando il contenuto gastrico risale lungo l’esofago arrivando fino alla laringe e alla faringe. Generalmente l’esposizione delle pareti esofagee all’acido gastrico causa i fastidiosi sintomi del reflusso, tra cui il più diffuso è il bruciore di stomaco. Tuttavia, in alcune persone, il passaggio dell’acido attraverso l’esofago non causa fastidi. I pazienti non avvertono acidità o dolore retrosternale. Il reflusso rimane asintomatico, almeno nella misura in cui non causa i sintomi tipici della MRGE. È questa la ragione per cui tale disturbo si definisce reflusso silente, una patologia di cui spesso i pazienti non si rendono conto, fino a quando i sintomi laringofaringei non sono tali da richiedere un consulto medico.

Reflusso silente: sintomi

Nel reflusso silente l’acido gastrico tocca laringe e faringe, arrivando talvolta fino ai seni paranasali. Esso provoca quindi disturbi a carico delle vie aeree superiori, spesso difficilmente imputabili alla MRGE, almeno dal punto di vista dei pazienti. I sintomi del reflusso silente, infatti, possono essere[1]:

  • tosse, muco, catarro e mal di gola quando il reflusso coinvolge la faringe;
  • bisogno di schiarirsi la voce;
  • raceudine o voce bassa quando il reflusso interessa la laringe, sede delle corde vocali;
  • sensazione di orecchie tappate, dovuta a otite media;
  • difficoltà nella deglutizione o disfagia;
  • asma;
  • polmonite da inalazione;
  • gocciolamento retronasale o sensazione di muco che scende dal naso verso la gola;
  • sinusite;
  • sapore amaro in bocca.

Reflusso silente: cause

Il reflusso silente è dovuto a un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore e superiore, cioè di quelle valvole di tessuto muscolare che, rispettivamente, separano l’esofago dallo stomaco e la laringe dall’esofago. Generalmente essi si aprono per consentire il passaggio del cibo e si chiudono per evitarne la risalita. Talvolta, però, un loro ipotono ne impedisce una corretta chiusura, lasciando refluire l’acido fino alle vie aeree superiori. Il meccanismo alla base del reflusso silente è quindi simile a quello della MRGE. Tuttavia non è chiaro il perché esso non determini sintomi in sede esofagea.

Alcuni tra i possibili fattori di rischio per il reflusso silente sono:

  • pressione ridotta dello sfintere esofageo;
  • ernia iatale;
  • pasti eccessivi e/o grassi;
  • consumo di alcool;
  • fumo.
LO SAPEVI CHE..
Il reflusso silente è più diffuso nei bambini e neonati, a causa del loro immaturo funzionamento dello sfintere esofageo. Nei bambini, infatti, i muscoli dello sfintere esofegeo superiore e inferiore non sono ancora abbastanza forti da chiudersi. Tale condizione migliora con l’età.

Reflusso silente: rimedi

La cura del reflusso silente prevede come prima opzione la terapia farmacologica a base di gastroprotettori. In particolare l’utilizzo degli inibitori di pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo) o degli H2 antagonisti (ranitidina, famotidina, etc.) permette di abbattere la secrezione di acido gastrico, limitando il reflusso acido verso le vie aeree superiori. Inoltre l’utilizzo di protettori ad azione meccanica, come il sodio alginato, permettono di “intrappolare” il contenuto gastrico nello stomaco, evitandone la risalita lungo l’esofago.

Alcuni accorgimenti circa lo stile di vita possono inoltre aiutare nel tenere a bada i sintomi del reflusso silente. Ecco alcuni consigli:

  • fai pasti piccoli e frequenti;
  • evita cibi grassi, piccanti e speziati;
  • mangia cibi magri, colorati e ricchi di fibre;
  • rimani in posizione eretta per un’ora appena dopo aver mangiato;
  • smetti di mangiare e bere almeno tre ore prima di andare a letto;
  • aumenta l’inclinazione del letto;
  • dormi sul fianco sinistro;
  • smetti di fumare.
Bibliografia
Prof. Enrico Ricci
Prof. Enrico Ricci
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).

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