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Mal di stomaco: farmaci da prendere

Il mal di stomaco è un disturbo comune, che può avere cause assai diverse tra loro. La sua terapia farmacologica richiede quindi un’attenta valutazione di quali siano le sue possibili cause. Senza una corretta diagnosi, infatti, è possibile che i medicinali si rivelino inefficaci, se non dannosi. In questo articolo ci occuperemo dei farmaci da prendere per il mal di stomaco, chiarendone le indicazioni e i possibili benefici.

I farmaci per il mal di stomaco

Mal di stomaco: farmaci da banco

Una delle cause più comuni del mal di stomaco è l’esposizione della mucosa del tratto digerente all’azione irritante dell’acido gastrico. Un eccesso di acido o una maggiore suscettibilità della mucosa digerente possono infatti causare dolore epigastrico. In questo caso l’uso degli antiacidi o dei dispositivi medici di protezione mucosale possono limitare l’esposizione della mucosa all’insulto acido. Gli antiacidi come, ad esempio, il bicarbonato di sodio, l’idrossido di alluminio o di magnesio, possono ridurre il livello di acidità del contenuto gastrico. Tuttavia il loro effetto è solo momentaneo e non esente da effetti collaterali. I protettori mucosali sono invece dispositivi medici che combinano sostanze naturali (alginato, acido ialuronicocondroitin solfato, etc.) in grado di aumentare le difese della mucosa digerente e, in alcuni casi, di favorirne la rigenerazione.

Il mal di stomaco può inoltre derivare da un eccessivo accumulo di gas e contenuto fecale nel colon trasverso che, esercitando pressione sulle pareti intestinali, proietta dolore nell’area epigastrica. In questo caso l’utilizzo di farmaci da banco a base di simeticone o di carbone vegetale può favorire l’espulsione dell’aria, riducendo il mal di stomaco. Inoltre l’uso di lassativi leggeri o ammorbidenti delle feci potrebbe alleviare il dolore, favorendo il transito intestinale.

Quando il mal di stomaco è invece dovuto a spasmi della muscolatura liscia gastrointestinale è possibile valutare l’utilizzo dei farmaci antispastici, come ad esempio il Buscopan o lo Spasmex. Questi medicinali, infatti, riducono la contrattilità della muscolatura liscia, alleviando il dolore derivante da patologie come le coliche biliari e renali o la sindrome dell’intestino irritabile.

Tachipirina per il mal di stomaco

Il mal di stomaco può derivare da disturbi che non interessano direttamente il sistema gastrointestinale. Una colica renale o biliare, ad esempio, può causare dolore allo stomaco. In questi casi l’utilizzo del paracetamolo (Tachipirina) può ridurre il dolore[12], incluso il mal di stomaco, sebbene esso non rappresenti il trattamento d’elezione per la gestione delle coliche biliari e renali. Tuttavia il paracetamolo può essere indicato nei pazienti in cui è sconsigliato l’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come quelli con gastrite o ulcera. Il paracetamolo, infatti, è meglio tollerato dallo stomaco rispetto ai FANS, nonostante alcune evidenze abbiano mostrato come ad alti dosaggi anche questo farmaco possa essere gastrolesivo, causando sintomi come dolore addominale, bruciore di stomaco, nausea e vomito[3].

Inibitori di pompa protonica (IPP)

Generalmente il mal di stomaco è un sintomo tipico dei disturbi gastrointestinali acido-correlati, come la malattia da reflusso gastroesofageo, la dispepsia funzionale, la gastrite e l’ulcera. Quando la mucosa digerente è infiammata, lesionata o è ipersensibilie, l’esposizione all’acido gastrico può infatti causare mal di stomaco. In questi casi il farmaco d’elezione è l’inibitore di pompa protonica (IPP), noto comunemente come gastroprotettore. I farmaci IPP, infatti, abbattono la produzione di acido gastrico, migliorando significativamente i sintomi dispeptici. Tuttavia il loro utilizzo non è esente da effetti collaterali, che raccomandano di utilizzarli solo laddove ve ne sia indicazione, al dosaggio e per il periodo di tempo minore possibile.

Mal di stomaco da antinfiammatori: cosa fare

L’uso degli antinfiammatori non steroidei (FANS) può causare sintomi gastrointestinali, di cui uno dei più comuni è il mal di stomaco. I FANS, infatti, diminuiscono le difese della mucosa gastrica, rendendola più suscettibile all’azione irritante dei succhi gastrici. È quindi raccomandabile utilizzare il gastroprotettore durante la terapia con antinfiammatori, da assumere a stomaco vuoto, almeno 30 minuti prima del pasto. Il farmaco antinfiammatorio deve invece essere assunto a stomaco pieno. Ciò dovrebbe essere sufficiente a limitare la comparsa di sintomi gastrointestinali o ad attenuarne l’intensità. Inoltre è possibile utilizzare in aggiunta antiacidi e/o protettori mucosali a livello sintomatico, cioè solo qualora il mal di stomaco persista nonostante l’uso del gastroprotettore.

Terapia eradicante per l’Helicobacter pylori

Come già detto, il mal di stomaco è un sintomo comune di disturbi gastrointestinali come la dispespia funzionale, la gastrite e l’ulcera peptica. Una delle cause più comuni di queste patologie è l’infezione da Helicobacter pylori. Nei pazienti positivi all’infezione è quindi raccomandata la terapia di eradicazione, che prevede l’utilizzo combinato di antibiotici e inibitori di pompa protonica (IPP). L’eliminazione del batterio, infatti, oltre a migliorare i sintomi dispeptici, evita le possibili complicazioni dell’infezione, come l’ulcera e il cancro gastrico.

Farmaci neuromodulatori

Un ulteriore opzione farmacologica per il mal di stomaco, indicata per quei pazienti che non hanno avuto miglioramenti dalla terapia eradicante o da quella con i gastroprotettori, è rappresentata dai farmaci neuromodulatori, in particolare dagli antipdepressivi triciclici (TCA).

L’amitriptilina, ad esempio, ha mostrato di migliorare i sintomi della dispepsia funzionale rispetto al placebo, in particolare nei pazienti che riferivano mal di stomaco. Tuttavia il suo utilizzo non è esente da effetti collaterali. Circa il 30% dei pazienti ha infatti manifestato reazioni avverse[4]. Anche la mirtazapina, un farmaco appartenente alla classe degli antidepressivi serotoninergici e noradrenergici specifici (NaSSA), ha mostrato di ridurre i sintomi della dispesia funzionale, incluso il mal di stomaco[5]. Il buspirone, un ansiolitico appartenente alla classe degli agonisti della serotonina (5-HT1A), ha invece migliorato i sintomi dispeptici come la pienezza postprandiale, il senso di sazietà precoce e il gonfiore epigastrico[6], regolando l’accomodamento gastrico.

Va notato, tuttavia, che allo stato attuale le prove a supporto dell’utilizzo dei farmaci neuromodulatori per il mal di stomaco sono ancora preliminari e richiedono quindi ulteriori approfondimenti.

Rifaximina

La rifaximina è un antibiotico scarsamente assorbito a livello sistemico, utilizzato comunemente per le infezioni intestinali. Essa ha mostrato inoltre di ridurre rispetto al placebo i sintomi globali della dispepsia funzionale, come l’eruttazione  e le pienezza e il gonfiore postprandiale[7]. Ciò è verosimilmente dovuto alla sua capacità di modulare positivamente il micorbiota intestinale. Diversamente dai comuni antibiotici che solitamente causano disbiosi intestinale, la rifaximina ha infatti mostrato di avere un effetto eubiotico, favorendo la crescita di microrganismi probiotici nell’intestino[8]. Va notato, tuttavia, che l’evidenza è preliminare. Sono quindi necessari ulteriori studi che ne approfondiscano l’efficacia sui sintomi dispeptici di origine funzionale.

Farmaci per il mal di stomaco da stress

Il mal di stomaco può dipendere anche da fattori psicologici come lo stress e l’ansia. Diversi studi, ad esempio, hanno evidenziato come lo stress aumenti la percezione del dolore epigastrico in soggetti affetti da malattia da reflusso gastroesofageo[9]. Lo stress, infatti, può aumentare la sensibilità viscerale del sistema gastrointestinale, aumentando la percezione degli stimoli dolorosi. In questi casi la terapia farmacologica a base di gastroprotettori e antiacidi ha un’efficacia limitata, poiché i sintomi non dipendono, almeno non solamente, dall’insulto acido, ma da un’eccessiva suscettibilità del tratto digerente. La terapia contro l’acidità può quindi essere affiancata da altri farmaci.

I farmaci neuromodulatori, ad esempio, possono migliorare il mal di stomaco da stress, riducendo le somatizzazioni gastrointestinali dell’ansia. La mirtazapina, ad esempio, non solo ha migliorato i sintomi globali della dispepsia funzionale, ma ha anche mostrato di ridurre l’ansia gastrointestinale [5].

Anche i farmaci procinetici possono essere considerati per il mal di stomaco da stress. Somministrati prima dei pasti, i procinetici possono infatti ridurre la comparsa dei sintomi dispeptici, come il senso di pienezza precoce e il mal di stomaco, agendo sul sistema nervoso gastroenterico. Tuttavia la loro efficacia è modesta. Inoltre essi possono avere seri effetti avversi, come la sindrome extrapiramidale e il prolungamento del QT, che ne rendono sconsigliabile l’uso cronico.

Infine è possibile valutare l’utilizzo dei farmaci antispastici in associazione. Alcuni farmaci, come lo Spasmomen somatico o il Valpinax, combinano infatti un farmaco antispastico con una benzodiazepina (Diazepam), nota per la sua funzione ansiolitica. Tali farmaci possono essere utili per le affezioni spastico-dolorose, con componente ansiosa, del sistema gastrointestinale.

Oppioidi

In alcuni casi il mal di stomaco può assumere intensità severe, che impediscono qualsiasi altra attività, provocando vere e proprie contorsioni per il dolore. Un forte mal di stomaco, infatti, può essere dovuto alla perforazione di un’ulcera o ad una pancreatite acuta. In questi casi il personale medico può decidere di somministrare farmaci oppioidi, a basso dosaggio, come il Fentanil o la morfina. Tuttavia non c’è consenso unanime sul loro utilizzo. La loro somministrazione, infatti, può mascherare i sintomi della patologia, fuorviandone la diagnosi[10]. Laddove siano indicati, gli oppioidi andrebbero quindi utilizzati solo dopo aver eseguito la diagnosi.

Bibliografia
Prof. Enrico Ricci
Prof. Enrico Ricci
Responsabile Gastroenterologia e endoscopia digestiva Ospedali privati – Forlì - già Primario della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso gli ospedali di Forlì e Cesena - già Presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED).

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